Brevi cenni sulle problematiche sindacali degli
addetti Uffici Stampa pubblici

Le attività di informazione e di comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni sono disciplinate
in modo organico dalla Legge 150 del 2000 e da altri provvedimenti, che insieme ne compongono
il quadro di riferimento normativo.

In particolare, l’attività di informazione esplicata per mezzo degli Uffici Stampa assicura un corretto
rapporto con i media e, attraverso essi, con i cittadini, le imprese e le altre istituzioni pubbliche e
private.

La disciplina introdotta dalla Legge 150/2000 consente, invece, di dare senso organico e sistematico
alle attività di informazione e comunicazione.

Soprattutto è possibile realizzare una regolamentazione normativa e retributiva del profilo professionale
comune a tutte le pubbliche amministrazioni, adeguatamente definito nella contrattazione collettiva.

Per la effettiva operatività del nuovo sistema normativo, occorre quindi procedere alla definizione del
profilo professionale di addetto alle attività di informazione e di comunicazione, secondo le distinzioni
e le articolazioni funzionali ed organizzative delineate nella stessa normativa; ed il compito di determinarne
i contenuti, di armonizzarlo col sistema classificatorio ed ai livelli retributivi dei contratti collettivi spetta alla
stessa contrattazione collettiva.

Ma il nodo del problema sta proprio qui. Il braccio di ferro fra Organizzazioni Sindacali Confederali e Aran da
una parte, e la FNSI dall’altra, ha fino ad oggi impedito che si procedesse alla definizione dei profili. Situazione
allo stato ancora stagnante, nonostante sia intervenuta una pronuncia del Giudice del Lavoro che ha sancito il
diritto del Sindacato dei Giornalisti a sedersi al Tavolo di Contrattazione Collettiva.

Una vittoria importante, della quale però la FNSI non ha saputo fare buon uso. Il risultato è sotto gli occhi di tutti:
i giornalisti che lavorano negli uffici stampa pubblici continuano ad essere privati di tutele e garanzie, discriminati
nonostante il riconoscimento della professione esercitata da parte di una legge dello Stato.

C’è, in tutto questo, una debolezza intrinseca, assolutamente evidente, della stessa FNSI, che probabilmente non
crede essa stessa fino in fondo in questa battaglia. E non è un caso che la vittoria in sede giudiziaria non abbia
sortito gli effetti sperati, perché la soluzione di problematiche così delicate necessita dell’azione forte di un sindacato
credibile ed autorevole, che non rinuncia alle proprie prerogative abdicandole alle aule dei tribunali.

Senza Bavaglio intende quindi aprire una vera vertenza sindacale a favore dei colleghi degli Uffici Stampa, attraverso
azioni ed interventi in grado di accendere i riflettori sull’intera problematica contrattuale, che non è solo meramente
economica, ma attiene alla tutela della dignità professionale e dell’autonomia degli addetti stampa pubblici che troppa
“cattiva politica” tenta ancora oggi di confondere con portavoce e portaborse. Proprio la Legge 150/2000, infatti, ha
introdotto la salutare distinzione fra l’addetto stampa e la figura del portavoce che coadiuva direttamente il vertice
dell’amministrazione, potendo contare sulla sua fiducia.

Dall’attività di informazione proveniente dagli Uffici Stampa, invece, è lecito attendersi pieno rispetto del principio di
legalità sostanziale, produzione di certezze pubbliche o quanto meno affidabilità, in mancanza dei quali la comunicazione
pubblica, da occasione di dialettica democratica, si  potrebbe trasformare in strumento di propaganda della maggioranza
di turno. Ma, per poter offrire tutto ciò, i giornalisti degli uffici stampa pubblici devono essere tutelati attraverso la
definizione dei relativi profili professionali all’interno dei contratti di comparto, unica strada per renderli veramente
indipendenti dagli organi politici di vertice, pur nel rispetto della sempre necessaria lealtà istituzionale.

Solo la definizione di regole contrattuali certe, infine, potrà legittimare il Sindacato dei Giornalisti Italiani ad intervenire
– a livello locale – in tutte quelle situazioni di mancato rispetto della legge 150/2000 e di prevaricazione dei diritti e
delle prerogative dei giornalisti degli Uffici Stampa: impegno che Senza Bavaglio assume solennemente con tutti i colleghi.

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