STATUTO: RIFORMA SINDACATO



UN SINDACATO, NON UN DESERTO

La Fnsi ha urgente bisogno di rinnovarsi, adeguandosi a tempi in cui i giornalisti pubblicisti
hanno superato i professionisti, ma soprattutto a tempi in cui chi sta fuori delle redazioni
rappresenta oltre il 70% delle persone che svolgono la professione.

Per questo, ci pare che lo statuto della Fnsi debba essere riformato, per evitare il rischio
della desertificazione: ormai quasi soltanto i giornalisti contrattualizzati sono iscritti al sindacato.
Ma i contrattualizzati, in un sistema che sta portando sempre più il lavoro al di fuori delle
redazioni, rischiano di essere sempre meno e di non avere più la forza (come già accade ora)
per contrastare gli attacchi degli editori e/o per governare la rapida evoluzione del sistema
dell’informazione.

Un sindacato, per essere forte, ha bisogno di tante persone, ma i numeri degli iscritti non
consentono di essere ottimisti: per questo serve aprire di più le porte a freelance
(professionisti o pubblicisti che siano), ma anche a chi non è ancora iscritto all’albo dell’Ordine.

CONTRATTUALIZZATI, FREELANCE E COLLABORATORI

SB propone quindi una vasta riforma dello Statuto della Fnsi, puntando proprio sulla necessità
di riequilibrare i meccanismi partecipativi.

Innanzitutto, chiediamo che sia rivista la distinzione tra elenchi di giornalisti professionali ed
elenchi di pubblicisti. Chiediamo che questa separazione sia ammodernata nel senso di creare
elenchi di giornalisti contrattualizzati, elenchi di giornalisti autonomi (freelance) ed elenchi di
collaboratori, pigliando atto che il mondo del lavoro è cambiato.

Da questa distinzione discende necessariamente l’adeguamento dei meccanismi di
rappresentatività all’interno del sindacato, a partire dal Congresso, nel cui ufficio di presidenza
devono essere rappresentati obbligatoriamente anche i freelance. Anche la rappresentanza
assicurata oggi ai collaboratori nello stesso Congresso non è più sufficiente: nello statuto si
parla di un quarto di delegati. SB propone che i delegati contrattualizzati siano il 50%, i freelance
il 40%, i collaboratori il 10%.

Naturalmente, se si garantisce maggiore rappresentanza ai giornalisti autonomi e ai collaboratori
nel Congresso, agli stessi vanno riservati anche posti nel consiglio nazionale eletto dal congresso
e nella giunta esecutiva che è eletta tra i consiglieri nazionali. Adesso, su una giunta di 14 elementi,
solo 3 sono i membri eletti tra quelli iscritti nell’elenco collaboratori. E rappresentanza certa
dev’essere data ad autonomi e collaboratori in tutte le commissioni.

LA RAPPRESENTANZA ASSICURATA IN QUESTO MODO AI LAVORATORI AUTONOMI NON DEVE FAR DIMENTICARE CHE SB HA CONDOTTO IN QUESTI ANNI UNA BATTAGLIA PER LA COSTITUZIONE DELL’ORGANISMO DI BASE DI FREELANCE, CONCLUSASI IN GIUGNO CON IL BOICOTTAGGIO DELLA VOTAZIONE IN CONSIGLIO NAZIONALE DA PARTE DEI VERTICI DELLA FNSI.

SB CHIEDE CON FORZA CHE SI SUPERI L’OSTRACISMO DIMOSTRATO DA GRAN PARTE DELLA DIRIGENZA NEI CONFRONTI DI QUEST’INIZIATIVA. UN OSTRACISMO CHE ALLONTANA DAL SINDACATO FORZE FRESCHE E PRONTE A BATTERSI, SENZA RISERVE, PERCHE’ QUESTO MESTIERE POSSA ANCORA ESSERE FATTO TENENDO LA SCHIENA DIRITTA.

 

LA BUROCRAZIA FRENA LA PARTECIPAZIONE

Proponiamo poi l’eliminazione delle firme a sostegno delle candidature dei delegati al
congresso: chi vuol presentare una lista, la faccia. Anche la sburocratizzazione del voto
favorisce la partecipazione! E proponiamo che sia eliminato l’obbligo di iscriversi al
sindacato almeno 180 giorni prima delle elezioni per il congresso: si tratta di una norma
antidemocratica e offensiva, nei confronti di colleghi che possono avere sulle spalle anni
di professione e militanza fuori e dentro le redazioni, anche senza avere mai preso tessere.
E in Italia, chi compie 18 anni il giorno prima delle elezioni politiche o amministrative,
il giorno dopo va a votare!

TANTI ISCRITTI, TANTI DELEGATI

Proponiamo poi che il numero dei partecipanti al congresso e il numero dei consiglieri nazionali
sia rivisto in modo tale da assicurare una rappresentanza, ad ogni Associazione regionale
della stampa, adeguata al numero dei suoi iscritti. Ora, infatti, il meccanismo statutario comporta
che alcune piccole regioni abbiano, in proporzione, molti più delegati e rappresentanti di quanti
abbiano grandi associazioni che rappresentano migliaia d’iscritti: è un sistema, come quello dei
sei mesi d’iscrizione per avere diritto al voto, che si scontra con il senso democratico.

IL MIO CONTRATTO PER UN REFERENDUM

Torniamo poi a chiedere che nello statuto si preveda il referendum obbligatorio cui sottoporre il
contratto prima della sua firma definitiva con la controparte: i metalmeccanici sottopongono al
voto le ipotesi di accordo da anni e mai un contratto è stato bocciato. Perché dunque aver paura
di uno strumento che rappresenta invece una preziosa occasione di partecipazione? Oggi le trattative
per il contratto avvengono per lo più nel disinteresse dei colleghi, chiamati spesso a fare sciopero e
qualche volta, nella storia dei contratti giornalistici, ad interrompere lo sciopero senza sufficienti
motivazioni.

UN UOMO, UNA SEDIA

Infine, riteniamo che la massima partecipazione si ottenga anche evitando sovrapposizioni di incarichi.
Perciò, lo Statuto deve prevedere non solo per il presidente, il segretario generale, i segretari aggiunti
e i membri della giunta l’impossibilità di rivestire cariche in partiti, nel governo, nei consigli regionali e in
istituti collegati come Ordine e Casagit, ma lo stesso divieto deve valere anche per i membri del Consiglio
nazionale e i segretari delle Ars.

DUE MANDATI, POI SI CAMBIA

Riteniamo inoltre fondamentale fissare un rigido tetto al numero dei mandati per tutte le cariche connesse
alla vita sindacale, sia nelle Ars che nel consiglio nazionale e nelle istituzioni derivate: riteniamo che un
limite di due o al massimo tre mandati sia necessario per favorire il ricambio e l’avvicinamento ad un sindacato
che altrimenti rischia di essere autoreferenziale.

CONDANNATI? NO, GRAZIE.

Il mestiere del giornalista e il lavoro del sindacalista hanno bisogno di persone oneste. SB propone che nello
Statuto sia inserito un nuovo articolo:

“Sono in eleggibili a qualunque carica nell’ambito della Fnsi e delle Ars i giornalisti contrattualizzati, freelance
collaboratori condannati con sentenza passata in giudicato per reati contro la persona e contro il patrimonio,
anche se riabilitati”.

[torna al programma]

[Stampa questa pagina]