FREELANCE/Una storia di ordinaria follia sindacale
(di Senza Bavaglio)
  
  
  	
  22/07/07
  
  
    
  
  
FREELANCE/Una storia di ordinaria follia sindacale (di Senza Bavaglio)
I freelance sono stati e sono uno dei temi centrali delle discussioni 
  sul contratto, inseriti a pieno titolo nella piattaforma presentata 
  agli editori nell’ormai lontano maggio 2005. 
Per tre anni in tutte le sedi sindacali, a tutte le riunioni: 
  Consiglio Nazionale, Stati Generali, Commissione Contratto, 
  manifestazioni pubbliche, da parte di praticamente tutti i dirigenti 
  sindacali di tutte le regioni, ci si è riempiti la bocca con la 
  parola "lavoro autonomo".
La dirigenza della FNSI ha elaborato non si sa bene quali dati e ha 
  stabilito che più del 50 per cento dei giornalisti oggi lavora in 
  proprio. La parola d’ordine che circola da tre anni è: "Bisogna fare 
  qualcosa per chi è fuori dalle redazioni". 
E nell'attesa che a qualcuno venga in mente di agire, il mercato 
  degenera, gli abusi si perpetuano, siamo tornati ai tempi degli 
  schiavi. Unico settore del mercato del lavoro dove i compensi vengono 
  ridotti d’ufficio. Viene perfino disattesa la Dichiarazione 
  Universale dei diritti dell'uomo che all'articolo 23 recita: "Ogni 
  individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione 
  per eguale lavoro...Ogni individuo che lavora ha diritto ad una 
  remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso 
  e alla sua famiglia un'esistenza conforme alla dignità umana…" 
I referenti contrattualizzati fanno finta di non conoscere le regole 
  del gioco, e se qualche malcapitato osa chiedere "Quanto mi pagate?" 
  oppure "quando?" la fine è segnata: il rompiballe non potrà più 
  lavorare. 
E il sindacato resta lì, immobile, aspettando un contratto che non 
  arriva, e chiedendosi che cosa fare per risolvere il problema. Quando 
  basterebbe cominciare dalle piccole cose. Oppure da una grande cosa: 
  la costituzione dell’Organismo di Base dei Freelance, approvato 
  all'unanimità al Congresso di Saint Vincent, tre anni fa, per dare 
  più forza e rappresentatività ai colleghi che lavorano fuori dalle 
  redazioni. 
Sollecitato continuamente non solo da Senza Bavaglio ma da tutti i 
  freelance che, giorno dopo giorno, si sentivano sempre più a disagio
  e, giorno dopo giorno, si chiedevano perché mai iscriversi al 
  sindacato. 
Lo Statuto della FNSI recita al capo III, articolo 8: "Il Congresso 
  nazionale è il massimo organo della FNSI; esso ha tutti i poteri 
  deliberanti...Le decisioni del Congresso sono obbligatorie per tutte 
  le Associazioni Regionali e le organizzazioni federate...". Una norma 
  assai precisa e chiara. Evidentemente, non è valida quando si tocca 
  il mondo dei freelance. 
Perchè in tre anni la dirigenza di questo sindacato non è stata in 
  grado di applicare una mozione congressuale vincolante? 
La cronaca.
Qualche mese dopo la conclusione del Congresso ne abbiamo sollecitato 
  la costituzione. Risposta: "Ah, ma dovete preparare tutto ciò che 
  serve per la costituzione, leggetevi statuti e regolamenti". Così 
  abbiamo fatto: seguito passo passo l'iter burocratico individuato. 
  Preparato addirittura una bozza di statuto, sulla falsariga di quello 
  dell’Usigrai (come ci era stato suggerito), senza avere un minimo di 
  supporto da parte del nostro sindacato, senza poter consultare un 
  tecnico della FNSI. 
Il gruppo freelance di Senza Bavaglio si è riunito più volte: un 
  lavoro massacrante che spesso ha costretto i colleghi a recuperare il 
  tempo perduto di notte per scrivere i pezzi – perché, guarda caso, 
  anche i freelance devono pagare bollette, affitti e quant’altro – o a 
  rubare il tempo alle famiglie. 
La prima bozza dello statuto e i primi espletamenti burocratici sono 
  stati presentati a Roma alla segreteria della FNSI perché li 
  consegnasse a tutta la Giunta nell’ottobre 2005. Da quel momento in poi, più volte la dirigenza della FNSI ha cambiato le regole del gioco e noi, ogni volta adempivamo alle richieste, con grande dispendio di energie e di lavoro, senza che mai nemmeno una volta per sbaglio ci venisse chiesto se volevamo usufruire dei tecnici della FNSI. 
E così passavano i giorni, i mesi, gli anni. Finalmente nel novembre 
  del 2006 ci viene detto che l’Organismo di Base non si può costituire 
  perché è una "scatola vuota". 
Immediatamente parte un appello, cui molti di voi hanno subito 
  risposto, per trovare le firme di adesione all’Organismo di Base. E 
  così 300 firmatari ci hanno dato fiducia e ci hanno aiutato a 
  riempire "la scatola". Ma ancora non bastava ci volevano altre 
  procedure burocratiche. 
Per la verità, a questo punto della vicenda, i freelance di Senza 
  Bavaglio non ne potevano più e qualcuno ha persino condiviso il 
  sentimento di tutti quei giornalisti che vorrebbero stracciare la 
  tessera del sindacato. Ma moltissimi amici e colleghi, primi tra 
  tutti i due consiglieri nazionali di Senza Bavaglio entrambi 
  contrattualizzati, Zenone Sovilla (L'Adige) e Massimo Alberizzi 
  (Corriere della Sera), hanno convinto il gruppo dei freelance che 
  bisognava alzare la testa e opporre coraggio ai tentativi di 
  distruggere il nostro lavoro. 
Così, per l’ennesima volta, riunioni per aggiustare e correggere lo 
  statuto, presentare la bozza definitiva, eseguire tutte le nuove 
  procedure burocratiche. E finalmente il malloppo viene consegnato il 
  7 marzo. Passano questa volta solo 20 giorni e ci viene svelato che 
  in realtà il tutto deve essere protocollato, la procedura cambia di 
  nuovo. Così, lettera al Segretario, statuto e firme ripartono per 
  Roma e il plico/raccomandata viene consegnato in FNSI il 27 marzo. 
Tanto per la cronaca l’iter della costituzione dell’Organismo di Base 
  si conclude con l’approvazione in Consiglio Nazionale su richiesta 
  della Giunta, oggi composta da sette membri della maggioranza di 
  Autonomia e Solidarietà e tre di minoranza. 
Finalmente il 3 Maggio (2007), durante una riunione di Giunta FNSI, 
  il Segretario Generale Paolo Serventi Longhi dà ufficialmente il via 
  alla procedura per la costituzione dell’Organismo di Base dei 
  Freelance. L’istruttoria viene affidata ai membri di Giunta: Guido 
  Besana, Pino Nardi e Cinzia Romano. 
La procedura statutaria prevede poi che sia il Consiglio Nazionale a 
  costituire ufficialmente l’Organismo di Base. Ci viene comunque 
  garantito che all’Ordine del giorno del prossimo Consiglio Nazionale 
  ci sarà anche l’Organismo di Base. Viene convocato il Consiglio 
  Nazionale, non c’è traccia della questione.
Le nostre proteste vengono subito spente con la garanzia che se ne 
  parlerà nelle “varie ed eventuali”. Il CN dura due giorni, il 20 e 
  21 giugno. Si conclude con le varie ed eventuali e il Presidente 
  Siddi, con una velocità che quasi non lo lascia respirare, pronuncia 
  la fatidica frase: "nessuno ha presentato varie".
Si chiude così l’ultimo Consiglio Nazionale prima del XXV Congresso 
  della FNSI che si svolgerà alla fine di Novembre. 
La nostra reazione con i dirigenti FNSI è veramente dura. Riusciamo a 
  sapere che nello Statuto presentato da noi (seguendo le loro 
  indicazioni) ci sono dei punti che non vanno bene ad alcuni membri 
  della Giunta. E perché mai dal lontano 2005 a nessuno è venuto in 
  mente di aprire un tavolo di discussione sui singoli articoli dello 
  statuto proposto? Perché mai la commissione costituita (due anni 
  dopo) non ci ha convocato subito per chiarire articolo per articolo 
  l’ultima versione dello statuto? 
Infine, dulcis in fundo, ci viene contestato il fatto che un 
  Organismo di Base deve in qualche modo autofinanziarsi e che, su 
  questo punto, abbiamo indicato modalità non condivisibili. Peccato, 
  davvero un peccato, perchè proprio il giorno precedente, in Consiglio 
  Nazionale, la regione Marche, in fase di discussione del bilancio, ha 
  chiesto un finanziamento per costituire lo sportello freelance, da 
  prelevare dal Fondo di Solidarietà che in questo momento è "molto 
  florido". Proposta manco a dirlo subito accolta dalla dirigenza che 
  ammette di avere già due anni fa stanziato 70.000 euro per gli 
  sportelli freelance e dichiara di voler provvedere ad un uguale (o 
  forse pure maggiore) finanziamento. 
Guarda, guarda, 70.000 euro da spartire tra le regioni, per i 
  freelance. 70.000 euro perfetti per autofinanziare la nascita 
  dell’Organismo di Base! 
E ancora, ricordiamo per dovere di cronaca, che i soldi per gli 
  sportelli vengono equamente divisi a pioggia tra tutte le regioni, 
  contrabbandando per democrazia ciò che assomiglia più a un colpo di 
  mano. Quindi la Lombardia e il Lazio prenderanno esattamente gli 
  stessi soldi di Val d’Aosta e Basilicata. Come se avessero lo stesso 
  numero di giornalisti freelance e la stessa quantità di problemi da 
  risolvere. 
Non ultimo salta fuori che alcuni dirigenti della Corrente di 
  Autonomia e Solidarietà delle piccole regioni "non condividevano come 
  soluzione per il lavoro autonomo la costituzione dell'Organismo di 
  Base". Dal novembre 2004 a oggi però a nessuno è mai venuto in mente 
  di aprire un confronto sulla questione. 
Ancora una volta una grande occasione persa. Tre anni buttati via che 
  si sommano a tutti gli altri persi a capire se il lavoro autonomo 
  esisteva davvero oppure no. 
Ma al di là dei freelance, questa vicenda mostra qualcosa di molto 
  più pericoloso. Questo sindacato com’è strutturato oggi mostra tutti 
  i suoi limiti di rappresentanza. Molti dei suoi dirigenti – 
  soprattutto quelli delle piccole regioni – sembrano più attenti a 
  conservare i propri posti e i privilegi garantiti dal loro ruolo, che 
  a tutelare i giornalisti, il giornalismo, e in particolare, nel caso 
  dell’Organismo di Base, i freelance. 
Un sindacato così rischia di non andare da nessuna parte e deve 
  immediatamente capire che se non si trasforma radicalmente, cambiando 
  funzioni, metodi, e comportamenti – affiancando al tradizionale ruolo 
  da antagonista nuovi ed efficaci compiti da protagonista – e non 
  ultimo liberandosi della zavorra, è destinato a celebrare il suo 
  funerale. 
Senza Bavaglio