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12/02/06

VIGNETTE BLASFEME/ Per noi la libertà di stampa
vale quanto per loro
Maometto
(di Massimo A. Alberizzi)



 

In nome della libertà di stampa è possibile offendere con vignette blasfeme
le convinzioni di milioni di persone? Questa domanda se la stanno ponendo in
tanti in questi giorni dopo la pubblicazione sul quotidiano danese Jylland
Posten di 12 caricature del profeta dell'islam, Maometto. In effetti, il
Jylland Posten ha stampato i cartoon il 30 settembre scorso ma le
manifestazioni di protesta sono scoppiate quattro mesi dopo.

Certo il contenuto di quelle vignette era pesante. Maometto era raffigurato
come un terrorista armato di granate e cinture esplosive, come se tutti i
mussulmani fossero dei bombaroli. E' questo un buon motivo per chiedere
censure, condanne e sanzioni? No. Si può condannare nello stesso tempo il
contenuto di quelle vignette, la mano che ha disegnato quelle facce
orripilanti, e nello stesso tempo disprezzare, come un'offesa alla nostra
cultura fatta di tolleranza e di ragione, di laicità, di separazione tra
stato e religione, le manifestazioni che chiedono di condannare i
vignettisti e pretendono le scuse dai giornali che hanno pubblicato i loro
lavori. Certo lo si può e lo si deve fare, nel nome del sano principio
invocato da Voltaire: "Io non condivido quello che tu dici ma mi batterò
fino alla morte per il tuo diritto di dirlo".

Il nostro tipo di civiltà (attenzione! Proprio perché crediamo in uno stato
laico, non daremo mai un giudizio di merito: migliore o peggiore di altre,
la definiremo solo diversa") prevede il diritto di cittadinanza per tutte
le idee e per tutte le opinioni. La libertà di stampa per noi occidentali è
un bene prezioso. Gli unici confini sono: onestà, integrità e correttezza.
In pratica ciò vuol dire che non si debbono pubblicare notizie false, quando
si è a conoscenza del loro carattere ingannevole. Per scrivere che tizio è
un ladro devo avere le prove che ha rubato!

Nessun confine invece sulle opinioni, sulla critica e sulla satira ed è
questo il caso delle vignette incriminate. Per giudicare se sia stata
legittima la loro pubblicazione occorre rispondere alla domanda: è meglio
tutelare la libertà di stampa e quindi non limitarla, oppure è meglio
rispettare il sentimento religioso di chi si sente offeso da quelle
vignette? Io non ho dubbi. Tutelare la libertà di stampa, principio cardine
della nostra organizzazione sociale. Insomma, per noi la libertà di stampa
vale esattamente quanto il loro Maometto.

Massimo A. Alberizzi
Senza Bavaglio

 

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