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Un nuovo sindacato? No grazie, rifondiamo la Fnsi
di Senza Bavaglio

 

La nascita di un sindacato alternativo non ci coglie di sorpresa.
La condizione del giornalismo italiano è arrivata a un tale punto
di criticità che il rischio di ‘salti nel buio’ è sempre più elevato,
come è dimostrato dalla recente nascita del FASI.
 
Invitiamo pertanto la FNSI a riconsiderare in chiave
Fortemente critica le linee della propria azione sindacale che
finora non ha prodotto risultati di rilievo per il miglioramento
della categoria, compreso il mancato rinnovo del contratto di
lavoro.

In questo senso siamo dell'avviso che sia necessario per la
FNSI evitare ulteriori spaccature del fronte sindacale rispetto
ad un unico forte interlocutore, la FIEG.
 
Molte delle istanze della FASI sono anche di Senza Bavaglio,
sebbene SB abbia deciso di lavorare ancora all’interno della
FNSI, il sindacato unico del giornalismo italiano.

Senza Bavaglio si è posto il compito di supplire alle carenze
del sindacato, ma il sindacato per ora sembra non capire: di
fronte alla completa insensibilità dei vertici della FNSI
riguardo la costituzione dell’Organismo di Base dei Freelance,
nonostante una mozione congressuale di quattro anni fa ne
abbia formalmente deliberato la costituzione, nell’ultimo
congresso, tenutosi ad Alba a fine maggio, Senza Bavaglio ha
deciso la costituzione del suo Organismo di Base.

Non avremmo dovuto né voluto costituirlo noi ma la
Federazione Nazionale della Stampa.

L’ostruzionismo di molti dirigenti nazionali e regionali verso
le istanze di democratizzazione del sindacato (compresa la
richiesta di referendum sulla bozza di contratto, bocciata
pretestuosamente ad un congresso straordinario della FNSI)
è ormai evidente.

Quella che doveva essere la casa di vetro dei giornalisti
mostra ancora pesanti tendaggi che ne rendono opaco il
contenuto.

Occorre una svolta radicale che si ponga come primo
obbiettivo la democratizzazione del sindacato stesso.
 
La FNSI deve uscire dalla sua autoreferenzialità che le
impedisce di valutare con occhio realistico le mille realtà
del mercato giornalistico e quindi tutelare  i suoi iscritti,
dai contrattualizzati ai freelance ai disoccupati.

Oggi non è ormai più in grado di far rispettare le regole
che ci sono. Ma noi crediamo che ci siano ancora i margini
per ricondurlo sulla corretta strada. E’ per questo che
riteniamo sbagliata la via scelta dalla FASI di fondare un
nuovo sindacato.

Ribadiamo che per noi la FNSI resta l’unico e legittimo
sindacato dei giornalisti.

E’ giunto però il momento di dare risposte forti, per
esempio annullando le elezioni in Emilia Romagna e in
Trentino Alto Adige (associazioni governate da statuti in
contrasto con le indicazioni della FNSI), organizzandone
di nuove entro sei mesi su basi democratiche, e avocando
a sé il giudizio dei probiviri del Veneto chiamati a decidere
sul comportamento di due colleghi di Senza Bavaglio, rei
soltanto di aver aperto l’associazione della stampa locale
alla democrazia sindacale.

Le ultime vicende, compreso il denaro distribuito a pioggia
– senza alcun controllo – alle Associazioni Regionali di
Stampa deliberato dall’INPGI  pongono seri problemi di
delegittimazione del sindacato ufficiale. La disaffezione
dei giornalisti alla FNSI – la cui azione viene considerata
da molti ormai priva di efficacia – è sotto gli occhi di tutti.
Intere redazioni non sono iscritte al sindacato.

La nascita del FASI faccia riflettere i nostri sindacalisti:
o democratizzazione o scomparsa.
 
Senza Bavaglio

 

 

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