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INTERCETTAZIONI/Destra e sinistra unite imbavagliano la stampa.
E l'Ordine della Lombardia è d'accordo
(di Massimo A. Alberizzi)


25/09/06


Ciò che non è riuscito a fare la destra, è riuscito a fare la sinistra.
Contrabbandandola come una norma che tutela tutti i cittadini, destra e
sinistra unite hanno varato le misure per imbavagliare la stampa. Sono stati
piegati i principi della civiltà moderna per accontentare i capricci e le
malefatte della politica. Invece di colpire solo e duramente gli autori di
intercettazioni illegali si è colpito chi di quelle intercettazioni vuole
darne notizia, secondo il dettato costituzionale. E’ come se nel caso di un
omicidio non si voglia punire solo l’assassino ma anche il giornale che ha
pubblicato il nome e il cognome dell’ucciso. Non vogliamo neanche credere
che, come sostiene una voce che circola insistente, ispiratore di quella
legge sia uno di quei giornalisti che sono passati alla politica, Antonio
Polito.

Il decreto legge approvato dal governo ha trovato un estimatore nel
presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia che ieri scriveva:
"Le intercettazioni illegali non sono coperte dal diritto di cronaca e non
possono trovare cittadinanza nelle pagine dei giornali. Diverso è il
discorso sulle intercettazioni disposte dall'autorità giudiziarie: quelle si
possono pubblicare, ma salvaguardando la dignità delle persone coinvolte”.

Francamente non si riesce a capire perché, secondo Franco Abruzzo, sarebbe
deontologicamente scorretto pubblicare intercettazioni illegali, sempre che
sia “salvaguardata la dignità delle persone coinvolte, il rispetto della
persona e della dignità umana”.

Se un giornalista prende conoscenza di una intercettazione illegale durante
la quale scopre, ad esempio, che si sta organizzando un attentato in piazza
del Duomo, salvaguardando la dignità delle persone coinvolte e il rispetto
della persona e della dignità umana, non può pubblicare questa notizia e
quella intercettazione? Secondo il presidente dell’Ordine Lombardo
evidentemente no.

Se questa è la formazione professionale e le linee guida che ci dà l’Ordine
francamente restiamo sconcertati.

Visto che l’Ordine (almeno quello della Lombardia) si mostra così succube
alla politica, sia di destra che di sinistra, invitiamo la FNSI a protestare
duramente contro questa legge liberticida che assomiglia tanto a quelle
varate nel 1925. Apparentemente favoriscono libertà di stampa e convivenza
civile. Di fatto intendono imbavagliare la stampa che in questi anni ha
svolto un cui ruolo insostituibile di denuncia di scandali della politica.
Nessuno ci toglierà dalla testa il dubbio che con questa norma la sinistra
voglia evitare altri casi Unipol Consorte e favorire un certo affarismo che,
sia a destra che a sinistra, sta inquinando politica e istituzioni.

La norma appare ancora di più anacronistica e repressiva (e la presa di
posizione del presidente dell’Ordine della Lombardia comica) se si pensa che
la legge può essere aggirata pubblicando le intercettazioni su un sito
internet registrato all’estero con responsabili stranieri. Dovremo
rivolgersi ai colleghi stranieri per conoscere le notizia di casa nostra?

Massimo A. Alberizzi
Consigliere Nazionale FNSI
Senza Bavaglio




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