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Ambasciatore venga a cena che le spiego
di Simona Fossati


16/11/06


LETTERA APERTA
All’Ambasciatore Boris Biancheri
Presidente della FIEG

Milano, 25 Settembre 2006
Gentile ambasciatore Biancheri,

Qualche giorno fa abbiamo partecipato assieme ad una trasmissione su Radio
Rai durante la quale lei ha giustificato la chiusura totale degli editori a
ogni trattativa sul contratto con una frase del tipo: “La Fnsi vuole
trasformare i giornalisti freelance in giornalisti subordinati. Non si
possono contrattualizzare i freelance”.

Ebbene, gentile ambasciatore, desidero chiarire alcune cose per evitare
fraintendimenti e equivoci.

Noi non intendiamo contrattualizzare i liberi professionisti
dell’informazione, vogliamo però evitare alcune palesi ingiustizie che da
anni si verificano nel mondo del lavoro giornalistico.

I freelance, (giornalisti professionisti o pubblicisti, ma che esercitano in
modo esclusivo il giornalismo, quindi non stiamo parlando di chi fa “altro
mestiere”) nelle redazioni vengono trattati non come professionisti cui è
dovuto un compenso per il lavoro svolto, ma come volenterosi dilettanti cui
se si ha buon cuore si può fare un’elemosina.

Gentile ambasciatore, io so che lei è una persona per bene e sensibile a
certi temi. Ricordo i tempi in cui lei guidava la Farnesina ed è per questo
che vorrei spiegarle con alcuni esempi alcune delle macroscopiche
ingiustizie cui noi vorremmo fosse messa la parola “Fine”.

Molti liberi professionisti consegnano i loro lavori, ma non vengono pagati.
E’ giusto questo?

Quando i pagamenti arrivano vengono contabilizzati anche 90 giorni dopo la
pubblicazione degli articoli. E’ giusto questo?

Alcune volte i direttori tengono fermi i pezzi mesi e mesi. La pubblicazione
avviene così con estremo ritardo che si somma ai ritardi nei pagamenti. Così
articoli consegnati un certo giorno vengono retribuiti anche fino a due anni
dopo. E’ giusto questo?
Non parliamo poi dei pezzi ordinati e cestinati (non sto parlando di quelli
scritti male o impubblicabili) perché non più interessanti per il direttore.
Non vengono retribuiti. E’ giusto questo?

Gentile ambasciatore, se noi andiamo dal falegname e gli ordiniamo un tavolo
glielo paghiamo subito, al momento della consegna. Non possiamo dirgli: “Lo
pagherò quando ci mangerò sopra”. E così se andiamo a comprare il pane non
possiamo dire al panettiere: “aspetto che mi diano il compenso dovuto per il
mio lavoro e tornerò a pagarti la michetta”.

Vorrei poi raccontarle, caro ambasciatore, l’entità dei compensi. Le sembra
giusto che un collaboratore de Il Giorno o del Gruppo Caltagirone venga
pagato 2 euro ad articolo? Dovrebbe scrivere 40 articoli al giorno per
mettere assieme uno stipendio decoroso. E non deve mai ammalarsi, né
prendere un giorno di vacanza. Gentile ambasciatore non le sembra un tantino
anacronistica questa situazione?

Vorrei infine osservare che non tutti gli editori si comportano così: alcuni
pagano puntualmente e anche cifre, non da capogiro, ma interessanti.
Purtroppo però la gran massa degli editori si muove senza scrupoli, mi scusi
se oso, sfruttando il lavoro di professionisti per tentare di far quadrare i
bilanci.

Noi sappiamo che lei è sensibile a questi temi sui quali siamo pronti a
trattare e a discutere. A noi interessa avere pagamenti giusti e garantiti,
nei tempi previsti dalla legge dello Stato, eliminando le ingiustizie che si
verificano in questo mondo.

Io sono pronta a incontrarla – in sede non ufficiale sia chiaro, la invito a
cena, caro ambasciatore – per spiegarle un mondo che temo lei non conosca a
fondo. Ovvio che non intendo sostituirmi alla FNSI, la sola autorizzata a
negoziare con gli editori, ma mi scusi, proprio dopo quella trasmissione in
Rai mi pare che qualcosa vada chiarito.
La saluto con sincerità

Simona Fossati
Rappresentante Freelance Commissione Contratto FNSI
www.senzabavaglio.info




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