SENZA BAVAGLIO
MANIFESTO DI BREUIL-CERVINIA

 

Riuniti a Breuil-Cervinia il 2-3-4 luglio 2004 i giornalisti di Senza Bavaglio di tutta Italia si riconoscono in questo manifesto.

Il nostro obbiettivo è:
* portare trasparenza e democrazia all’interno delle organizzazioni della categoria (Sindacato, Ordine, Inpgi, Casagit e Fondo Complementare);
* garantire una maggiore partecipazione dei colleghi;
* farsi portatori delle loro aspettative e delle attese della società.
Non ci limiteremo a questo: riteniamo che il mestiere di giornalista sia socialmente fondamentale per la democrazia, e che per svolgere nella vita pubblica il ruolo critico che ci compete dobbiamo rispettare precise regole etiche e deontologiche, assicurando l’effettiva applicazione delle sanzioni previste ma, quasi sempre, eluse. Sembra quasi che la tensione morale e la fede nella funzione del nostro lavoro siano scomparse. Le regole, che in parte esistono, non vengono spesso effettivamente rispettate. Tutto ciò ha provocato una netta perdita di credibilità del nostro lavoro.
Per raggiungere i nostri obbiettivi – speriamo condivisi da tutti i colleghi - crediamo sia necessario sottolineare alcuni punti fondamentali.

Sindacato e le altre organizzazioni di categoria
Riteniamo che l’attuale gestione delle organizzazioni dei giornalisti sia poco democratica e irrispettosa delle diverse opinioni. I metodi sono troppo vicini a quelli della politica italiana, c’è poca trasparenza e poco dibattito, le conclusioni e le direttive sono predeterminate da piccole consorterie. Alcuni dirigenti occupano il posto da decenni, non hanno più alcun contatto con la realtà giornalistica, con le redazioni, con il mondo variegato di chi è stato espulso dai processi produttivi, con le nuove tecnologie mediatiche, con i freelance che solo ora vengono corteggiati perchè rappresentano un serbatoio di voti spesso disgregato in una lotta fra poveri.
Ci sono colleghi il cui nome compare contemporaneamente in più organigrammi di categoria. Senza Bavaglio dice NO al cumulo delle cariche anche per aprire le porte a nuovi, freschi contributi di idee e di esperienza.


Concentrazioni editoriali
Senza Bavaglio, nel recepire la censura della UE rivolta all’Italia per il grave stato di conflitto di interessi che pesa sul sistema dei media, condanna la sempre più crescente concentrazione editoriale e l’invadenza di banche e interessi terzi che condizionano la libera circolazione delle idee.
Constatiamo che per ora non abbiamo la forza di imporre editori puri, chiediamo almeno che ogni anno in occasione della pubblicazione del bilancio delle singole testate siano per ognuna pubblicati gli assetti azionari, i patti di sindacato e i nomi dei maggiori inserzionisti pubblicitari.
Stando così le cose, riteniamo utile, per la difesa del cittadino fruitore dell’informazione, che sia adottato il parere vincolante sulla nomina di nuovi direttori.

Etica
Forte con i deboli, debole con i potenti, questo è il vizio del giornalismo italiano. Senza Bavaglio richiama i colleghi alla loro funzione sociale critica e sopra le parti. Convinti che buon giornalismo significhi salute economica delle testate, promuoviamo l’adozione di direttive che tutelino i soggetti più deboli della società; che rispettino veramente la privacy dell’uomo qualunque, ma non gli interessi e la contabilità di chi conta; che difendano il cittadino oggetto di errori giudiziari colposi o dolosi.
Un giornalismo serio e responsabile rifiuta come aberranti le pressioni di lobby, la pubblicità e la propaganda spacciate come informazione, la pubblicità redazionale e l’uso di prebende, regalie per influire sul nostro lavoro.

Mercato del lavoro
Siamo già troppi. Oggi il mercato del lavoro è saturo. Come spiegano le cifre fornite da Fnsi-Fieg-Inpgi, i disoccupati hanno raggiunto la sbalorditiva cifra di oltre 1500 e i precari oltre 500. Senza considerare le migliaia di colleghi pubblicisti a tempo pieno, professionisti di fatto in attesa di una regolamentazione della loro posizione contributiva.
Incurante di questa grave situazione e anzichè dare risposte che la sanino, l’Ordine nazionale continua ad immettere nuovi professionisti nel mercato del lavoro, attraverso il canale privilegiato delle scuole e dei corsi universitari di giornalismo.
Senza Bavaglio chiede all’Ordine:
1. il blocco immediato del riconoscimento di nuove scuole e corsi universitari di giornalismo e ridistribuzione dei corsi già esistenti sul territorio nazionale;

2. che studi la reale capacità di assorbimento del mercato nazionale e, in base a questi dati, come già fatto da medici e odontoiatri, programmi l’ingresso di nuovi giornalisti; che riduca l’attuale numero di studenti ammessi ai corsi esistenti secondo le necessità e autorizzi nuovi corsi solo quando il mercato abbia assorbito i disoccupati;

3. che organizzi corsi di riqualificazione e aggiornamento per i colleghi disoccupati, i freelance e quanti altri ne hanno bisogno per aggiornare il loro bagaglio di conoscenze professionali.

Il lavoro autonomo dei giornalisti va equiparato dal punto di vista economico a quello dei giornalisti contrattualizzati. L’equiparazione economica è la tutela della dignità dei colleghi freelance. Riteniamo inoltre scandaloso che pubblicisti, giornalisti a tempo pieno, non vengano immediatamente e automaticamente riconosciuti professionisti dall’Ordine. Riteniamo inoltre che chi non esercita più la professione per raggiunti limiti d’età, debba essere automaticamente o cancellato dagli albi o inserito in un albo speciale e quindi non possa entrare negli organi direttivi del sindacato, se non nel ruolo di proboviro, o in casi eccezionali di credibilità etica e probità morale. Ai colleghi che non esercitano più la professione viene comunque riservato al massimo il 40 per cento dei posti direttivi della Casagit e dell’Inpgi.

Senza Bavaglio chiede ai giornalisti oggi in Parlamento di farsi promotori di una modifica della legge 150\2000 per dare effettivamente ai giornalisti gli uffici stampa degli enti pubblici oggi attribuiti prevalentemente ai dipendenti della pubblica amministrazione, nominati all’uopo giornalisti. E appoggino la proposta di legge per il lavoro autonomo depositata il 7 aprile 2004.

Consapevoli che oggi le nostre richieste possano apparire forti, non ci scoraggiamo, siamo realisti: esigiamo l’impossibile.

I giornalisti di Senza Bavaglio
Breuil-Cervinia 4 luglio 2004