CONTRATTO/Sugli scatti Ferri dia le dimissioni
  
   3 dicembre  2008
A leggere il comunicato di Autonomia e Solidarietà,
  che trovate qua sotto, sono rimasto alquanto
  sorpreso.
Sono d'accordo - cosa assai strana - con il
  coordinatore della corrente di maggioranza,
  Giovanni Rossi, quando dice che ci deve essere il
  massimo rispetto per le opinioni degli altri.
E sono ancora una volta d'accordo con lui,
  quando sostiene che le strumentalizzazioni sul
  contratto non pagano.
E allora mi domando: perché Giovanni Rossi
  strumentalizza le preoccupazioni di Repubblica
  e invece di farle  proprie e discuterle con
  pacatezza, le liquida come apprensioni di
  colleghi manipolati, disinformati e
  pregiudizialmente nemici? Immagino che
  da oggi penserà le stesse cose di noi del
  Corriere.
Il coordinatore di Autonomia e Solidarietà
  rivendica alla FNSI la fermezza nella difesa
  degli scatti e per questo si richiama alle
  deliberazioni del Congresso di Castellaneta:
"Disponibilità a discutere senza pregiudiziali
  ma salvaguardando i meccanismi che tutelano
  i redditi dei giornalisti e in particolare quelli
  più bassi".
Si scorda però di raccontare ai colleghi che
  quella dizione, secondo noi di Senza Bavaglio
  appositamente equivoca, confusa e scritta in
  sindacalese, è stata adottata al Congresso
  della FNSI proprio perché la corrente di cui
  Giovanni Rossi è coordinatore ha respinto una
  mozione con la quale si chiedeva, fuor di
  metafora e con ostentata chiarezza, di
  considerare gli scatti un elemento
  irrinunciabile della trattativa con gli editori.
Insomma, in quel documento bocciato da Rossi
  e dai suoi compagni, gli scatti d'anzianità erano
  citati con nome e cognome. E si chiedeva che
  fossero dichiarati intoccabili.
Ma non è solo questo elemento a preoccupare i
  colleghi di Repubblica e oggi del Corriere della
  Sera.
Come a suo tempo ha fatto notare, con la
  schiettezza che lo contraddistingue, Pino
  Nicotri, a rendere sospettosi i giornalisti c'è
  anche, agli atti del Congresso di Castellaneta,
  l'"incredibile discorso di Enrico 'Chicco' Ferri",
  membro della giunta della FNSI e compagno di
  corrente di Giovanni Rossi.
"Ferri - aveva scritto subito dopo l'assise Pino
  Nicotri, facendosi carico delle preoccupazioni di
  tanti colleghi - ha parlato della necessità di
  rinunciare agli scatti d'anzianità perché, parole
  testuali, 'collaboratori e freelance mica li
  hanno gli scatti'. E si tratta di un'affermazione
  raccapricciante. Sì, raccapricciante. E' come
  dire che, poiché gli immigrati extracomunitari
  non hanno né contratti, né salari decenti e
  neppure la cittadinanza italiana allora anche
  noi dobbiamo rinunciarvi. Rinunciare cioè ai
  contratti, agli stipendi decenti e alla
  cittadinanza italiana".
"Siamo cioè al delirio - osservava Nicotri - e mi
  sbalordisce che il mio caro amico del bel tempo
  che fu, Chicco, sia arrivato a tanto".
Ferri, recidivo, aveva fatto più o meno lo stesso
  discorso in una riunione del sindacato dei
  giornalisti del Veneto, provocando reazioni
  indignate dei colleghi in tutta Italia.
Eppure non mi risulta che l'inossidabile
  sindacalista padovano sia stato mai smentito né
  da Giovanni Rossi, né da altri dirigenti della
  FNSI.
Dunque le sue parole restano chiare e semplici:
  gli scatti e il loro meccanismo si possono
  ridiscutere.
D'altro canto, arrivati al punto in cui siamo, le
  smentite non servono. Troppo tardi. Sembra
  che appartengano più al mondo di Collodi che a
  quello di un sano sindacalismo.
Finché Ferri resterà nella giunta, non si potrà
  impedire ai colleghi di pensare che gli scatti
  saranno serviti su un piatto d'argento agli
  editori.
Per convincere i giornalisti e per dissipare i
  sospetti,  serve un gesto forte, chiarificatore
  e concreto, necessario a dare credibilità alle
  smentite di maniera. La tendenza è veramente
  invertita? Gli scatti saranno difesi fino alla
  morte? Bene, Enrico "Chicco" Ferri
  - conseguentemente - deve dare le dimissioni
  dalla giunta della FNSI.
Massimo Alberizzi
  Consigliere Nazionale FNSI
  Senza Bavaglio
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Ecco il comunicato di Giovanni Rossi,
  coordinatore di Autonomia e Solidarietà
CONTRATTO: LA PROPAGANDA DI PARTE NON AIUTA
“AUTONOMIA E SOLIDARIETA’” RESPINGE LE STRUMENTALIZZAZIONI
Deve esserci il massimo rispetto per ogni opinione di tutti ed il Sindacato
  dei giornalisti deve ascoltare la voce di tutti i colleghi. Tuttavia, va
  detto con chiarezza che le preoccupazioni espresse in un documento
  sottoscritto da numerosi colleghi di “Repubblica” si basano su presupposti
  infondati, frutto di cattiva informazione e di propaganda pregiudizialmente
  ostile alle scelte della Fnsi.
In particolare, per quanto riguarda il tema degli scatti, la delegazione
  sindacale che tratta con gli editori ha più volte comunicato che tale
  questione non è stata affrontata nel corso della trattativa e che alla nota
  posizione degli editori sugli scatti la delegazione della Federazione della
  stampa ha sempre risposto con fermezza, tra l’altro richiamandosi alle
  deliberazioni del Congresso di Castellaneta: disponibilità a discutere senza
  pregiudiziali, ma salvaguardando i meccanismi che tutelano i redditi dei
  giornalisti e, in particolare, quelli più bassi.
  Nessuna concessione ad appalti a “strutture estranee ai giornali”.
La delegazione della Fnsi ha sempre ribadito che ogni struttura
  giornalistica deve avere le caratteristica di vera e propria redazione con
  relativo Direttore. Men che mai risulta si sia fatto riferimento ad
  ipotetiche “esternalizzazioni”.
Inoltre, le ipotesi relative alla multimedialità si basano, per la parte
  giornalistica, su norme che prevedono il rispetto delle prerogative dei
  Comitati di redazione e sulla individuazione di procedure di consultazione e
  confronto sui piani aziendali, accettando la sfida di una ineludibile
  innovazione.
Il continuo reiterare preoccupazioni che si basano non su quello che la Fnsi
  dichiara, non su quanto viene portato all’attenzione delle assemblee – ne
  sono già state fatte decine ed altre ancora sono programmate - non sulle
  informazioni che il Sindacato fornisce nelle sedi ufficiali, come la Giunta
  e la Consulta della Associazioni, innesta campagne di disinformazione ed
  anche di  strumentalizzazione legate al dibattito interno tra le componenti
  e non al merito del confronto contrattuale. E questo non serve a dare forza
  al Sindacato in un passaggio difficile che vede la Fnsi impegnata a rendere
  più stringente il confronto con la controparte per poter sottoporre al
  vaglio della categoria (che, alla fine, avrà a disposizione anche lo
  strumento del referendum per pronunciarsi) ipotesi conclusive sui principali
  temi contrattuali.
Giovanni Rossi
  Coordinatore nazionale della componente di “Autonomia e Solidarietà