Lo sapevate che…?

 

In Emilia-Romagna gli elenchi sono segreti. Come quelli della P2.

A Milano compaiono le liste civetta

A Roma c'è stato lo scippo dei candidati

Marche, finora nessuno aveva mai presentato liste

Milano - viola lo statuto e sfonda di due giorni la raccolta firme.

In Abruzzo più iscritti al Sindacato che all’Ordine

Contro questo sindacato inefficiente, non ho votato (di Massimo Lenza)

E non ho votato neanch'io (di Gabriella Basso)

 

In Emilia Romagna gli elenchi sono segreti.

Come quelli della P2

In Emilia Romagna non è possibile, per chi voglia candidarsi, consultare l'elenco degli iscritti.
Nella regione dei "turtl'en", la segretezza degli elenchi è tutelata dalla segreteria dell'Associazione
dei giornalisti (l'Aser) come quella dei preziosi elenchi di Castiglion Fibocchi. Oltre ogni ragionevole
dubbio sulla possibile violazione della privacy.

E' legittimo?

L'articolo 18 della Costituzione repubblicana recita: «I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente,
senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni
segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici, mediante organizzazioni di carattere
militare».

L'articolo 39 della stessa Carta precisa poi «L'organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere
imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge».
Ma specifica anche che, la condizione per la registrazione è che «gli statuti dei sindacati sanciscano un
ordinamento interno a base democratica».

E' democratico impedire ad una corrente sindacale di verificare che siano legittime le firme di presentazione
della lista? Dove devo andare a cercare le firme necessarie a presentare una lista se non tra gli iscritti al
sindacato? E come faccio a raggiungere gli iscritti per chieder loro di presentare la lista se non posso accedere
gli elenchi degli iscritti.

A differenza di tutte le altre regioni dove gli elenchi sono consultabili (a Roma e a Milano è addirittura possibile
averne una copia) in Emilia Romagna gli elenchi sono segreti, tenuti in cassaforte dall'associazione e non è possibile
in alcun modo vederli. A Senza Bavaglio è stata negata persino la consultazione in presenza del personale
dell'Associazione: unica concessione chiedere alla segretaria la verifica dell'iscrizione o meno all'Aser, ma solo
dopo aver raccolto la firma.

 

C'è una legge in Italia, la 25 del 1982, nota come legge Anselmi. Dimenticata dai più, tornata alla ribalta in questi giorni,
con il caso De Magistris.

L'articolo 1 della legge Anselmi recita: «si considerano associazioni segrete, come tali vietate dall'art. 18 della Costituzione
, quelle che, anche all' interno di associazíoni palesi, occultano la loro esistenza, ovvero tenendo segrete congiuntamente
finalità ed attività sociali, ovvero rendendo sconosciuti, in tutto od in parte ed anche reciprocamente, i soci svolgono
attività diretta ad interferire sull'esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad
ordinamento autonomo, di Enti pubblici anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale».

 


A Milano compaiono le liste civetta

Le liste civetta sono un’invenzione della politica. Sono

liste create ad arte dai partiti per aggirare i meccanismi

elettorali e trarne il maggior vantaggio possibile.

L’ultima volta le ha utilizzate Forza Italia, ma il trucco

si è dimostrato un boomerang perché invece di ottenere più

parlamentari il partito di Berlusconi è stato punito e li

ha persi.

Ora una lista civetta è stata creata dai giornalisti anche

in Lombardia. "Oltre Milano", che si presenta solo per il

rinnovo degli organi sociali dell’associazione stampa

regionale. Non è altro che una lista civetta di Autonomia

e Solidarietà, che qui si chiama "Nuova Informazione".

"Non è vero", hanno protestato alle rimostranze di Senza

Bavaglio i capi di Autonomia. Peccato che a presentare

la lista sia stata Vera Paggi, una dirigente storica della

corrente.




A Roma c'è stato lo scippo dei candidati

A Roma il gruppo di Senza Bavaglio aveva ottenuto (con firma)

la candidatura di Claudio Gerino, ma due giorni prima della

presentazione delle liste, corretate da firme e candidati il

collega del gruppo Repubblica/Espresso ha ritirato la sua

candidatura motivando la decisione con la necessità di non

rompere il fronte interno del comitato di redazione, evidentemete,

aggiungiamo noi, un schieramento non disponibile al confronto

democratico con nuove correnti sindacali.

Niente di personale con Claudio, ottimo collega, ovviamente. Da

notare però che Pino Nicotri, fiduciario di Milano dell'Espresso,

si candida con Senza Bavaglio di cui è uno dei leader.

Comunque le nostre firme e i nostri candidati sono stati

accettati dalla commissione elettorale che ha rilevato non

senza stupore (anzi qualcuno un po' indispettito) la trentina

di firme che Massimo Alberizzi aveva raccolto nella sede romana

del Corriere della Sera.

Infine un piccolo e curioso particolare: i membri della

commissione elettorale della Romana sono tutti candidati.

Questo sindacato è sempre più una casta. Vuoi cambiarlo?

Vota Senza Bavaglio.



Marche, finora nessuno aveva mai presentato liste

Nelle Marche non erano mai presentate liste e quindi nessuno

aveva mai fatto la fatica di raccogliere le firme necessarie

per presentarle.

Si erano invece sempre votati solo nomi scelti a tavolino dai

dirigenti sindacali che decidevano a priori chi sarebbe andato ad

occupare quale posto.

Quando Senza Bavaglio ha deciso di presentare la propria lista per

i delegati al Congresso FNSI è scoppiato un putiferio: "Perché fate

una lista contro di me? Cosa vi ho fatto?", ha esclamato uno dei

dirigenti irritati per l'uso di un istituto democratico quel è il voto.

I candidati di Senza Bavaglio diligentemente hanno cominciato

a girare nelle redazioni per raccogliere le firme. E' stato allora

che la dirigenza del Sindacato Giornalisti Marche – che fa capo ad

Autonomia e Solidarietà – innervosita, li ha accusati pubblicamente

"di aver estorto" le firme e di averle raccolte su moduli senza

l’indicazione dei candidati, cosa che peraltro succede ovunque o

quasi, a partire da Roma e Milano.

Un'accusa singolare davvero, se si considera che tutte le firme sono

state raccolte dagli stessi candidati che tanto per essere in regola

mostravano ai firmatari persino il foglio di accettazione della

loro candidatura.

Le accuse in verità sono state ritirate con tante scuse.

Ciononostante colleghi che avevano mostrato l'intenzione di

candidarsi con Senza Bavaglio sono stati "consigliati" con

eccessiva insistenza di "lasciar perdere".

 

Milano - viola lo statuto e sfonda di due giorni la raccolta firme.

Lo statuto della FNSI prevede che le liste per i delegati al Congresso

si debbano presentare entro le ore 12 del ventesimo giorno prima delle

elezioni. Per la Lombardia sabato 6 ottobre. Il presidente della

Commissione Elettorale, Alessandro Bianchi, ha invece prorogato di due

giorni la raccolta delle firme, permettendo a tre liste di integrare

quelle trovate doppie.

Secondo lo Statuto le firme apposte su due liste vanno annullate e

non possono quindi essere reintegrate. Il reintegro non è stato

permesso in nessuna regione.

Senza Bavaglio ha protestato chiedendo di far osservare le norme. Non

c’è stato nulla da fare. Si è materializzata l’alleanza tra Autonomia

e Solidarietà (che a Milano si chiama Nuova Informazione) e Stampa

Democratica, interessate a far passare le loro liste civetta e le

liste dei loro amici, per colpire Senza Bavaglio.

Accanito contro la commissaria indicata da Senza Bavaglio,

soprattutto il membro della commissione elettorale legato ad

Autonomia (cioè Nuova Informazione).

Il presidente della commissione elettorale si è perfino rifiutato di

firmare e far firmare subito dai commissari il verbale. Sebbene due

componenti della commissione elettorale avessero evidenziato la

violazione dello Statuto e chiesto di ritenere quindi irricevibili

tutte le firme consegnate dopo l’orario stabilito.

Una decisione diversa da quella dei suoi colleghi delle altre regioni

che invece hanno consegnato il verbale ai presentatori delle liste lo

stesso giorno.



 In Abruzzo più iscritti al Sindacato che all’Ordine

Come è possibile presentare una lista quando non si sa assolutamente quanti sono gli iscritti e soprattutto come e con quale criterio i candidati che si presentano sono eletti?

I tesserati dell’Assostampa risultano 420, mentre solo 220, tra pubblicisti e professionisti, sono andati a votare per l’Ordine. Possibile che ben 200 abbiano disertato le urne? Sì, se nei tesserati del Sindacato ci sono morosi da 6 anni e perfino un ex presidente dell’Ordine radiato dallo stesso, perché condannato per truffa nei riguardi dell’Ordine.

Qualcuno di Senza Bavaglio ha chiesto di controllare almeno i morosi, ma è gli stato risposto che è violazione della privacy.


Contro questo sindacato inefficiente, non ho votato (di Massimo Lenza)

 

Non sono andato a votare ieri, e non so se lo farò oggi. Quanto avvenuto nelle ultime settimane è stato importante ma non decisivo.

Faccio parte di una categoria, quella dei cronisti delle TV locali, che è

stata considerata per anni di serie B.

Ormai molto tempo fa si discusse dell'eventualità di adottare un contratto differenziato per quelli come noi. Avversai fieramente questa cosa perché sapevo come sarebbe andata a finire, e perché ancora oggi non capisco in cosa sia diverso il mio lavoro da quello dei colleghi delle varie TGR della RAI, per esempio. Ma anche da quello dei colleghi dei quotidiani locali.

Alla fine passò questa linea e iniziò la stagione dei contratti

differenziati.

Bene, ora alcuni di noi hanno un contratto riconosciuto dalla FNSI e da

alcuni editori televisivi. Le retribuzioni sono però ridicolmente

basse rispetto a quelle del contratto cosiddetto "pieno". ( E

nell'emittenza locale la possibilità di "fare carriera" NON

esiste).

L'obiezione era, ed è, che senza il differenziato non ci sarebbe stato

alcun contratto. O pochi contratti.

Bene, per me era meglio pochi contratti "veri", fin dall'inizio, e cioè

dalla fine degli anni 80, più o meno, che la situazione odierna.

Dov'era il sindacato nazionale, ma non solo, quando venne permesso alle

emittenti in fase nascente di fare quello che volevano?

Si preoccupava, allora come ora, dei colleghi di Repubblica, del Corriere o

del Sole 24 Ore probabilmente. Così come dei quotidiani locali.

Ma ormai è inutile piangere su quanto è stato fatto. Ci teniamo questo

contratto e andiamo avanti.

Andiamo avanti continuando ad essere considerati figli di un dio minore.

Anche se, come me, si hanno 48 anni, si è iscritti all'ordine dal 91 e al

sindacato dallo stesso anno.

Io chiedo una sola cosa a chi andrà a trattare con gli editori del rinnovo

di questo contratto.

Più soldi.

Sì, sono bieco. Voglio più soldi.

Perché se penso a quello che guadagnano colleghi che fanno le stesse cose che facciamo noi mi viene da ridere. O da piangere a seconda degli stati d'animo del momento.

Massimo Lenza

P.S. in questi anni sono stato molto osservante delle azioni del sindacato.

Ho scioperato anche da solo in occasioni di scioperi che riguardavano

contratti che non mi riguardavano.

Non credo che lo farò più.

 

E non ho votato neanch'io (di Gabriella Basso)

 

Mi chiamo Gabriella Basso e sono una collega di Massimo Lenza, sono

giornalista professionista dal 1997 e lavoro in un'emittente locale, sono

anch'io una giornalista di serie B almeno contrattualmente parlando.

Non amo scrivere su questioni sindacali ma ritengo che quanto sta

accadendo sia grave e lesivo della dignità del sindaco e dell'ordine.

Concordo con Massimo Lenza sul fatto che è tempo che ci si concentri

anche sulle nostre più "piccole" questioni, venali se volete ma che

comunque interessano moltissimi colleghi. Grazie


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