MOBBING

Una sentenza della Cassazione ha deciso che il mobbing non è reato penale e lo incatena al codice
civile e ai soli risarcimenti in denaro. Senza Bavaglio ha deciso di farne una bandiera del proprio
programma con l’intenzione di chiedere, prima di tutto, una legge che quantifichi il danno legato al
mobbing, facendo sì che la cifra sia abbastanza alta da scoraggiare gli editori.

Sul sito della Fnsi si trova di tutto sul mobbing, ci sono persino i centri di ascolto, ma fanno capo a Cgil,
Cisl e Uil. Per assurdo, l'unica cosa che non si trova è traccia di una politica seria propria del sindacato.
Eppure il fenomeno, applicato da un editore nei confronti di un giornalista, danneggia sia il professionista
che i lettori di quel giornale, che riceveranno informazioni sempre più edulcorate, da cronisti ricattati e
ricattabili.

Senza Bavaglio propone un OSSERVATORIO sul Mobbing che abbia centri dedicati in ognuna delle Associazioni
regionali. Che ne studi approfonditamente ogni appiglio giuridico e, soprattutto, che proponga al Parlamento
una LEGGE NAZIONALE sul mobbing. Per ora esiste solo una legge regionale, in Umbria. Troppo poco.

Contro il mobbing serve anche un Cdr responsabilizzato e con un componente dedicato che risponda
periodicamente all'Osservatorio Fnsi. Se il comitato di redazione assolvesse ai suoi compiti, anche ad un
mobizzato, magari schiavo del desk, sarebbe consentito, una volta a settimana, di fare il giornalista.

E’ per questo che Senza Bavaglio chiede un nuovo articolo per il Contratto nazionale di lavoro, sul Cdr,
nel quale si impegnino i comitati di redazione a far applicare il contratto nazionale di lavoro, ALLA LETTERA,
nelle redazioni. Pena, la decadenza dello stesso CDR. Questo sarebbe già un argine contro il mobbing.

Ogni azienda dovrebbe avere un fiduciario di redazione addetto a sorvegliare che non si creino situazioni
di mobbing. E' necessario un PROTOCOLLO D'INTESA, tra giornalisti ed editori, che dia una definizione precisa
di cosa si identifichi per mobbing, quali esatti comportamenti, quali situazioni.

Alla voce mobbing, sul sito della Fnsi, si trova solo uno scarno commento, l'istituzione di un Osservatorio anti-soprusi,
composto da due giornalisti e due editori: ma un Osservatorio serio sul mobbing non può avvalersi della collaborazione
degli editori, tutt'al più potrebbe essere composto da giornalisti e giuristi.

Il dato certo, secondo le stime ufficiali dell'Ispesi, è che sono più di un milione e mezzo i lavoratori mobbizzati in Italia.
C’è il sospetto però che siano almeno il doppio.

Infine si dovrebbe rafforzare la Cpo (Commissione Pari opportunità della Federazione) che avrebbe già il suo da fare se
proteggesse le donne giornaliste da soprusi e ricatti, che si verificano ancora troppo di frequente. Oltretutto ci sono
testate in cui le donne assunte sono meno del 10% della forza lavoro e nessuna di esse con incarichi determinanti.

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