La Commissione Contratto minuto per minuto

Mercoledì 10 dicembre 2008 c’è stata la riunione della Commissione
Contratto.
Qui di seguito un resoconto, sicuramente non dettagliato, tratto dagli
appunti di chi ha partecipato.

(inizio ore 12.00)

Siddi: l’incontro con gli editori si tiene oggi pomeriggio alle 14.30. Dopo
luglio la trattativa è partita, in delegazioni ristrette, sentendo i
colleghi nelle assemblee.

Prevedevamo di fornire un quadro conclusivo oggi, ma non c’è. La trattativa
è abbastanza avanti, ma da un mese è bloccata sulla licenziabilità fino ai
capiredattori e la mobilità infragruppo, macigno importante posto dagli
editori sulla strada del contratto. Oggi discutiamo di questi due punti, e
se non c’è uno spiraglio la trattativa si ferma.

Gli editori hanno rifiutato categoricamente di aprire il capitolo economico
prima della definizione di un quadro normativo.

Quella sui Cdr, che gli editori volevano svuotare, è una battaglia che
potremmo considerare vinta. Sulla multimedialità il passo avanti più
significativo: l’accordo è per un nuovo articolo contrattuale che la regola.
Con flessibilità di entrambi: le aziende dovranno presentare programmi con
specifici requisiti, fra cui organici e formazione, che dovranno essere
discussi entro 45 giorni. I colleghi potranno trovarsi ad affrontare un
lavoro multiplo. Tutti dovranno essere messi in grado di fare lavoro
multimediale, nessuno dovrà essere emarginato.

Distacco temporaneo nella stessa sede con trattamento di miglior favore e
radicamento nella testata d’origine è un possibile terreno per la mobilità
multitestata/multiazienda. Ma al momento la chiusura reciproca è totale.

Noi abbiamo chiesto qualifiche non gerarchiche, redattore esperto, redattore
senior e redattore speciale. Su questo abbiamo registrato una parziale
apertura degli editori, sia pure su due sole equivalenze, vicecaposervizio e
caposervizio.

Vertici redazionali: è importante stabilire nel contratto che non c’è una
fedeltà esclusiva all’editore. Chiesto indennità costosa, da 13 deve passare
a 43 mesi.

Sul precariato siamo fortemente limitati dalle leggi, in particolare quelle
approvate da giugno. Una strada che sembra praticabile è quella di definire
le causali che possono consentire agli editori di derogare al limite dei 36
mesi. Più debole la situazione sul lavoro autonomo: ci troviamo a dover
utilizzare il contratto per ottenere l’applicazione di un protocollo firmato
in sede ministeriale. Abbiamo chiesto l’applicazione delle norme europee,
pagamento a 30 giorni dalla consegna; ci ridono in faccia, “i disperati
accettano anche 120 giorni”. (n.d.r. si chiamano patti leonini).

Parte economica: gli editori da 14 anni hanno posto sul tavolo il problema
degli scatti. Noi li abbiamo sempre difesi. Oggi gli editori lo pongono come
pregiudiziale. Non sono un totem: se ci sono elementi seri, anche sulle
contribuzioni agli istituti previdenziali, si può discutere.

Su 15.500 giornalisti, 8.500 retribuzioni inferiori a 49.500 euro lordi
imponibili. Di questi, circa 4.600 a poco più di 21 mila euro lordi
imponibili. Dobbiamo accorciare le distanze fra questi e i 3.500 colleghi
sopra i 95 mila lordi imponibili. Tre anni fa, al momento dell’ipotesi di
accordo economico di tregua, la cifra ipotizzata stava fra i 125 e i 140
euro. Da qui si deve partire, con adeguate parametrizzazioni.

Che succede se s’interrompe la trattativa? Molte aziende tenteranno
ristrutturazioni senza nemmeno passare per la 416, con conseguenze gravi per
l’occupazione. Prepensionamenti dovranno probabilmente essercene, è
importante che chi sarà colpito non si trovi privo di mezzi di sussistenza.
E’ necessario lavorare con editori e governo per creare ammortizzatori
sociali. Non si tratta di negoziare uno scambio in cui si macellano persone
in cambio di un contratto.

Senza contratto, esiste la concreta possibilità che il contratto esistente
venga denunciato. Inpgi e Casagit potrebbero facilmente essere costretti ad
aumentare le aliquote e/o diminuire le prestazioni.

 

Bartoloni: tutto quello che è successo in quasi 4 anni ci dice che
dall’altra parte c’è ben poca voglia di contratto. Gli editori non vogliono
più saperne di professionisti autonomi, vogliono solo “operatori della
comunicazione”. Dovrebbero dirlo apertamente, scoprire le carte.

Columba: l’Unione cronisti contraria fu contraria al contratto scaduto nel
2005. Non sono in grado di valutare l’effettiva drammaticità della
situazione delineata dal segretario: gli editori, come tutti gli editori,
sono banditi, disposti a tutto per agguantare quattrini. Dunque, bisogna
lavorare ancora un bel po’ sul contratto. La pretesa di discutere di soldi
solo alla fine è la solita truffa. Serve a far balenare soldi che poi
scompariranno.

Fossati: consegno documento su cui raccolte in 24 ore oltre 100 firme di
freelance. Sono le stesse richieste avanzate nel 1998 agli Stati generali di
Fiuggi, e poi sempre reiterate. Il sindacato non le ha mai prese seriamente
in considerazione, tranne stavolta che le ha inserite nella piattaforma
contrattuale presentata agli editori nel maggio 2005. Ma ora cancellata.

Mina: tempi cambiati, soldi disponibili solo per chi ha notorietà televisiva
da vendere. Non commettiamo l’errore di snobismo di quattro anni fa. A
quelli di Corriere e Repubblica che hanno un mucchio di soldi dobbiamo dire:
non rompeteci i coglioni. E’ velleitarismo, il loro.

(interruzione alle 13.30 per consentire alla segreteria di recarsi a pranzo
e poi all’incontro con la delegazione Fieg)

 

 

(ripresa alle 18.00)

Siddi: trattativa sospesa. Ci siamo riservati risposte dopo le riunioni di
oggi e domani. Sarà importante verificare l’effettiva disponibilità alla
mobilitazione dei Cdr.

La riunione di oggi non è stata positiva, tuttavia il filo del negoziato non
è stato reciso. Ho il dubbio, più forte dopo questo pomeriggio, che gli
editori stiano orientandosi verso il loro piano B. Proprio per questo
potrebbero insistere sulla mobilità multiazienda per farsi dire di no. Poi
utilizzerebbero tutte le leggi esistenti per fare le loro ristrutturazioni.

Abbiamo chiesto una definizione scritta della mobilità infragruppo. Questo
ormai è il punto decisivo: il contratto si fa qui o non si fa.

Chiediamo la riforma degli ammortizzatori sociali perché sappiamo che sta
arrivando una brutta ondata. Qualcuno ha scritto più volte che si tratta di
una linea della federazione volta alla rottamazione dei colleghi. E’ una
follia e una falsità. Alcuni editori stanno peraltro studiando la
possibilità di “pagarsi da soli” i pensionamenti, versando all’Inpgi le
quote necessarie.

 

Borgomaneri: bisogna continuare a trattare.

Leporati: l’unica mobilitazione che può servire è una settimana, ma la
categoria non può permettersela.

Butturini: condivido il percorso fatto finora, ma una trattativa senza
conflitto è una trattativa monca. Conflitto però non significa solo
sciopero.

Azzolini: se si dice”vogliono trasformare i giornalisti in pacchi postali” e
poi si dice che la trattativa è aperta, le redazioni capiscono poco.

Merli: lasciar mano libera alla mobilità come la vogliono gli editori non
sarebbe un accordo onorevole. Non inseguirei un accordo per l’accordo.

Bilocchi: con l’art. 22 del contratto i trasferimenti all’interno di una
stessa testata sono già possibili, e al collega che li rifiuta non resta che
andarsene.

Tartaglia: occorre valutazione di merito sul testo consegnato questa sera
dagli editori. La legge prevede due possibilità: a) distacco, all’interno
della stessa azienda, che necessita del consenso dell’interessato se
comporta mutamento di mansioni; b) cessione di contratto, che necessita
comunque del consenso dell’interessato.

Muscatello: una trattativa non è completa finché non comprende gli aspetti
economici. La mobilità come la vogliono gli editori mi sembra difficilmente
regolamentabile; e non vedo un aumento retributivo forte abbastanza da
pagare una deregulation così selvaggia.

Gardenghi: non viviamo in una realtà parallela, è la situazione del Paese
che invoglia gli editori a cercare la spallata. Sono le leggi Treu e Biagi.
Gli editori ci provano, bisogna vedere cosa sappiamo fare noi. La norma così
come scritta dagli editori è inaccettabile, serve solo a intimidire i
colleghi. Non vorrei passasse l’idea che se la parte economica è
particolarmente appetibile si può scrivere nel contratto qualsiasi cosa.
Negli anni ’70 la Fiat faceva esattamente questo: se rompevi i coglioni, da
Torino ti trasferivano a Brindisi.

Ferri: la rottura mi spaventa. Abbiamo bisogno che venga definito un
mandato. Io però chiuderei

Blasi: dobbiamo decidere davvero che fare.

Besana: se si perde in trasferta, meglio segnare comunque quante più reti
possibile. La vera domanda è che cosa vogliamo fare del rapporto fra
giornalista e testata. Oggi la possibilità per l’editore di spedire il
giornalista in un’altra testata esiste già.

Giovanni Rossi: se rottura ci deve essere è da parte degli editori.

Simona Fossati: Vi riporto al lavoro autonomo. Le leggi vengono applicate
dite voi per i contrattualizzati. Ma come mai, per noi freelance non vengono
applicate.
Pagamenti a 30 giorni salvo emissioni fattura. Ma i grandi gruppi elettorali
vietano di fare le fatture finché non le autorizzano loro. Snocciola poi una
serie di date, partendo dal 1998, per dimostrare come le richieste dei
freelance al sindacato siano andate disattese. La cosa più grave è la
mancanza della costituzione dell’Organismo di Base dei Freelance. Persino la
mozione congressuale che la prevedeva non è stata mai applicata.

Gabriella Piroli: Nervosismi nella mia azienda perché non sanno come
affrontare la crisi.

Siddi: occorre trovare un percorso. Se c’è una strada percorriamola. Oggi la
4 righe che la FIEG ci ha proposto c’è una scappatoia possibile. Il tempo
non è infinito. Irresponsabilità degli editori spaventosa. Certe pretese che
hanno sono incompatibili
Documenti con firme sono come documenti di solidarietà che non si negano a
nessuno. Il gruppo l’Espresso ha deciso di attuare alcune forme di
pressione.
La trattativa è sospesa. Dovrebbe fare riflettere gli editori.
Teniamo presente la realtà che ci circonda. Cioè la crisi.
Sottolineo che il sindacato ha tenuto nel tenere in vita una prospettiva
importante per il lavoro giornalistico.

(alle 20,30 Siddi chiude il dibattito)

 

GIORNALISTI: CONTRATTO; FNSI, TRATTATIVA AD ALTO RISCHIO
POL S0A QBXB GIORNALISTI: CONTRATTO; FNSI, TRATTATIVA AD ALTO RISCHIO (ANSA)
- ROMA, 10 DIC - È ad «alto rischio» la trattativa tra la Federazione
nazionale della stampa e la Federazione degli editori per il rinnovo del
contratto di lavoro dei giornalisti, scaduto da quasi quattro anni. A
ribadirlo è il segretario della Fnsi, Franco Siddi, il quale annuncia che
dopo le valutazioni in commissione contratto, riunita in queste ore, e in
Consulta dei comitati di redazione, convocata per domani, il sindacato
«venerdì renderà note eventuali controproposte o altre iniziative a sostegno
della vertenza». Il nodo, che Siddi definisce «un macigno messo sul tavolo
degli editori», resta quello del rapporto di lavoro fra testate dello stesso
gruppo a fronte di richieste di mobilità da parte delle aziende. «Non siamo
mai stati ottusi, ma stiamo incontrando ottusità incomprensibili»,
sottolinea il segretario della Fnsi. «Siamo disponibili a governare il
cambiamento in termini innovativi, ma non a subire atti autoritari o scelte
di conservazione». (segue). MAJ 10-DIC-08 17:52 NNN
FINE DISPACCIO

GIORNALISTI: CONTRATTO; FNSI, TRATTATIVA AD ALTO RISCHIO (2)
POL S0A QBXB GIORNALISTI: CONTRATTO; FNSI, TRATTATIVA AD ALTO RISCHIO (2)
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - La commissione contratto della Fnsi, convocata nel
primo pomeriggio di oggi, è stata interrotta per alcuni approfondimenti
nella sede della Fieg e torna a riunirsi in questi minuti. Domani tocca
invece alla consulta dei cdr: «Riferiremo a che punto è arrivata la
trattativa - spiega Siddi - e ascolteremo le sollecitazioni dei colleghi,
valutando il da farsi con tutta la categoria. Il punto più delicato, che al
momento impedisce serrata conclusiva, è il rapporto di lavoro fra testate
dello stesso gruppo quando ci siano richieste di mobilità da parte delle
aziende. Si tratta di un discorso difficile - continua il segretario della
Fnsi - che non può esser affrontato con le modalità di lavoro tipiche dei
bancari o dei piloti Alitalia, senza rispetto per la specificità
dell'attività giornalistica». In queste ore il sindacato valuterà dunque «se
esistono le condizioni per un avvicinamento in extremis fra le parti.
Sarebbe un peccato se un contratto di grande innovazione dovesse saltare in
aria per l'arroccamento degli editori su considerazioni di carattere
meramente tecnico e produttivo. È importante, invece, saper considerare che
dalla crisi si esce con progetti di qualità e respiro e che il giornalista
non non è un numero, nè un peso da spostare come un pacco postale». (ANSA).
MAJ 10-DIC-08 18:08 NNN
FINE DISPACCIO

Roma 10 dicembre 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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