CONTRATTO/Gli editori smentiscono se stessi. Rottura delle trattative. Sciopero subito
 ROMA – Avevano lanciato una proposta ponte, una moratoria di due anni prima
 
    del prossimo rinnovo contrattuale. Ma proprio quando la FNSI ha deciso di 
    scoprire le carte sul tavolo degli editori, la FIEG ha fatto marcia indietro. 
    
    Niente accordo. Nessuna “sterilizzazione della legge 30” (più nota come legge Maroni-Biagi).
 
    Nessuna apertura di contrattazione per i lavoratori autonomi.
  
Le proposta avanzate dalla 
Federazione degli Editori all’indomani della prima giornata di sciopero dei giornalisti, sono
 
state clamorosamente ritrattate martedì 27 settembre dal portavoce FIEG Alberto Donati.
La piattaforma, presentata giovedì 22 settembre, aveva già sollevato qualche perplessità tra
 
i giornalisti. Prevedeva, fra l’altro, un’intesa economica biennale, un confronto contrattuale 
sul lavoro autonomo dei freelance (non meglio specificato) oltre che di sbloccare le intese 
sulla riforma della previdenza approvate da INPGI e FNSI. 
  
La Federazione della Stampa,
 
riunita la Giunta e la Commissione Contratto, ha discusso a lungo a Roma della opportunità
 
di prendere in considerazione quella che ai più era sembrata un’apertura, un possibile spiraglio
 
in una trattativa che si preannuncia lunga, dura e difficile. Alla resa dei conti, nella sede FIEG di
 
via Piemonte, la FNSI si è però trovata di fronte a un’inversione di marcia.
 
Una nuova proposta, lontana nel contenuto e nella filosofia da quella presentata giovedì. Gli editori
 
continuano a sostenere soltanto lo slittamento di due anni della parte normativa del contratto, tutto
 
il resto è finito al macero.
  
Anche l’accordo economico proposto è stato giudicato inaccettabile, 
così lontano dai parametri fissati per esempio dal rinnovo contrattuale dei poligrafici. 
Quanto poi
 
alla promessa ventilata di “sterilizzare” gli effetti della legge 30, gli editori negano persino di averla
 
proposta: il lavoro in appalto e il distacco in altre sedi e in altre redazioni avrebbero dunque effetto
 
immediato. Il lavoro autonomo, sempre secondo gli editori, non rientra affatto nel contratto, perché
 
“per definizione non è possibile normarlo”.
  
Sconcertato per la conclusione di quello che doveva 
essere un confronto di massima, il primo passo sulla strada del rinnovo contrattuale, il sindacato 
dei giornalisti non ha potuto far altro che interrompere le trattative. 
La FNSI ne esce, se possibile, 
ancora più unita, decisa a metter mano a quel pacchetto di scioperi
 
di 6 giorni incassato preventivamente.
  
La FNSI proclama dunque lo sciopero, senza deroga alcuna,
 
secondo questo calendario:
  
Per l’emittenza radiotelevisiva nazionale e locale il 7 e l’8 ottobre.
  
Per i 
giornalisti dei quotidiani venerdì 30 settembre e sabato 1° ottobre
  
Per le agenzie di stampa e per i
 
giornali on line, dalle ore 7 di venerdì 30 settembre alle ore 7 di domenica 2 ottobre.
  
Il coordinamentonazionale dei periodici deciderà le modalità dello sciopero per i giornalisti che
 
lavorano nei settimanali 
e dei mensili.
  
Venerdì 30 è prevista una giornata di assemblee informative
 
nelle redazioni dei periodici 
e un terzo giorno di astensione dal lavoro per tutti sarà deciso nel corso
 
della giunta FNSI convocata 
a Roma per giovedì 6 ottobre.
  
E’ prevista una campagna di
 
informazione rivolta alle istituzioni della 
Repubblica, per rendere note le ragioni di un comportamento
 
inaccettabile degli editori e il perché della nostra così dura reazione.
Senza Bavaglio