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23 maggio 2005

 

Alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana

Con l'allegato documento la Federazione Italiana Editori Giornali propone le proprie richieste per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.

Esse tengono conto della posizione espressa dalle aziende associate per definire una normativa contrattuale più funzionale e rispondente alle esigenze organizzative e produttive dei giornali e per assoggettare ad un maggiore controllo l'andamento evolutivo del costo del lavoro che subisce annualmente eccessivi incrementi per effetto delle tre diverse fonti che ne alimentano la lievitazione: aumenti retributivi nazionali, automatismi moltiplicativi contrattuali e contrattazione di secondo livello.

La trattativa che ci accingiamo ad iniziare si inserisce nel contesto di una particolare situazione della stampa italiana. Infatti, se i risultati economici globali del settore possono essere considerati soddisfacenti per il 2003 e il 2004, non si può ignorare che essi derivano da elementi di natura non strutturale o stabile nell'ambito dei ricavi editoriali.

Accenniamo al fenomeno particolare dei prodotti collaterali ed al sostegno statale sul consumo della carta attivato per il 2004 e che troverà applicazione anche nel 2005.

In assenza di tali elementi e sulla base di studi di settore, che sono anche a Vostra conoscenza, il risultato economico della stampa risulterebbe sensibilmente negativo già nel 2003

(rispetto ad un utile complessivo di 263 milioni) con proiezioni maggiormente negative per il 2004 e 2005.

È necessario infatti considerare due dati fondamentali:

- i ricavi pubblicitari nel 2004 sono risultati nettamente inferiori a quelli realizzati nel 2000, pur avendo registrato un recupero del 3% su quelli del 2003. La situazione è particolarmente penalizzante per i periodici che nel 2005 hanno registrato cadute rilevanti del relativo gettito;

- l'andamento delle vendite è fortemente negativo. I soli
quotidiani hanno perso nel 2004 circa 350mila copie giornaliere rispetto alle vendite del 2000. Inoltre i primi dati sull'andamento delle vendite nel 2005 indicano nel mese di marzo una ulteriore flessione del 2,9% sul corrispondente mese dell'anno precedente. Nei periodici, rispetto al 2000, la flessione nelle vendite ha assunto livelli preoccupanti.

Le prospettive per il prossimo quadriennio 2005-2008 non appaiono quindi incoraggianti considerati da una parte gli elementi di aleatorietà dei ricavi futuri, nell'ambito dei quali le entrate per sole vendita e pubblicità non coprono le spese di produzione di molti giornali, e dall'altra, la preoccupante situazione economica del paese i cui effetti, come sempre, influiranno pesantemente e di primo impatto sui giornali considerati un prodotto marginale nella gamma delle disponibilità e degli interessi dei consumatori.

In questi anni gli editori hanno profuso il massimo impegno per mantenere e sviluppare il mercato delle vendite e delle entrate pubblicitarie. Centinaia di milioni sono stati investiti sia dai periodici che dai quotidiani (introduzione del colore) per l'aggiornamento ed il miglioramento degli impianti e delle tecniche produttive.

 

 

 

 

Altrettanto importanti gli investimenti nelle professionalità giornalistiche per migliorare la qualità dell'informazione e arricchire la gamma dei prodotti integrativi e di supporto informativo dei giornali. Tra il 2000 ed il 2004 il numero dei professionisti stabili è aumentato di circa il 10% e quello dei praticanti di circa il 16%. Anche il ricorso ai contratti di tempo determinato ed alle prestazioni di lavoro autonomo ha registrato un notevole sviluppo. Le aziende hanno quindi creato nuova occupazione ed offerto occasioni di reddito a fasce importanti di giornalisti liberi professionisti.

É necessario che l'impegno editoriale trovi sostegno nell'ambito di condizioni organizzative agili e funzionali, superando lo schema burocratico - impiegatizio nel quale è costretto il lavoro giornalistico.

In tal senso gli elementi di flessibilità introdotti con il contratto del 2001 devono essere, non solo mantenuti, ma possibilmente ampliati senza che ciò alteri le garanzie fondamentali dei giornalisti.

Una migliore funzionalità organizzativa si tradurrebbe in maggior economicità del costo del lavoro anche attraverso la possibile eliminazione di sacche d'improduttività redazionale con un miglior e pieno utilizzo degli orari di lavoro.

Il costo del lavoro costituisce, d'altronde, l'altro grande tema sul quale dovremo confrontarci. Da una indagine condotta dalla Fieg su un campione di oltre 4.000 unità occupate è risultato che la retribuzione media di fatto per singola unità dei vari livelli classificatori è passata dai 64.540 euro annuali del 2000 ai 73.834 euro del 2004, con un incremento in cifra di 9.294 euro pari in percentuale al 14,40%. Tale percentuale risulta superiore di 4,38 punti rispetto andamento inflazionistico del periodo (+10,02%). Il costo del lavoro si è sviluppato in maniera superiore ove si considerino gli incrementi contributivi attuati a favore delle istituzioni previdenziali ed assistenziali del settore (INPGI, Casagit, infortuni).

 

Le aziende editoriali, visto l'andamento dei fattori fondamentali dei ricavi, non sono in grado di sostenere ulteriormente un incremento annuo del costo del lavoro dell'ordine medio di circa il 4%.

In particolare non è possibile mantenere un sistema di lievitazione dei costi che, tralasciando gli effetti della contrattazione di secondo livello, vede comunque sommarsi ogni anno agli aumenti fissati dalla contrattazione nazionale quelli derivanti dai meccanismi automatici di rivalutazione della retribuzione presenti nella vigente normativa.

È indispensabile che tale nodo, incidente pesantemente sugli equilibri economici delle aziende e che, nei prossimi anni potrebbe comprometterne la stabilità, sia affrontato e risolto nell'ambito della rinnovazione contrattuale che ci accingiamo ad intraprendere.

Il Capo della delegazione editoriale

Alberto Donati

 

23.5.2005

 

 

 

LE PROPOSTE DEGLI EDITORI PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO DI LAVORO GIORNALISTICO

Il rinnovo del contratto nazionale scaduto il 28 febbraio 2005 dovrà affrontare e risolvere un complesso di questioni articolabili in tre gruppi:

A. applicazione delle nuove normative di legge in materia di lavoro;

B. modifiche, integrazioni e chiarimenti alla regolamentazione in vigore al fine di renderla più funzionale;

C. costo del lavoro

A. Applicazione delle nuove normative di legge in materia di lavoro

Per tale aspetto si dovrà armonizzare la disciplina contrattuale alle disposizioni previste:

B. Modifiche, integrazioni e chiarimenti alla regolamentazione in vigore

Per tale capitolo si richiedono le seguenti variazioni della regolamentazione in vigore:

permessi sindacali - Specificare il significato della condizione contrattuale relativa al "tempo strettamente necessario per lo svolgimento della funzione" in relazione al tipo di carica ricoperta ed alle modalità di comunicazione all'azienda della richiesta di permesso e dell'esaurimento dello stesso

 

C) Costo del lavoro

- individuazione in cifra fissa dell'ammontare del singolo scatto con riferimento alla qualifica del giornalista secondo i valori in atto antecedentemente alla rinnovazione;

- per i giornalisti in servizio in possesso di un'anzianità aziendale di 15 anni, il mantenimento del numero massimo di scatti già previsto (n. 15);

- individuazione in n. 7 del numero massimo degli aumenti periodici maturabili.

posizione parametrale - Rendere permanente per i nuovi assunti l a posizione parametrale prevista per i redattori di prima nomina e per i praticanti con meno di 12 mesi di servizio.

Roma, 23 maggio 2005