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RADIOTELEVISIONI/Costruiamo noi una legge seria



Negli ultimi anni si sta assistendo a un inquietante degrado del sistema
televisivo italiano. Un processo che, con modalità simili, sta investendo
progressivamente anche la radiofonia e i nuovi media.

I giornalisti devono assumere un ruolo attivo e adoperarsi per una
rivoluzione nei metodi informativi e nelle politiche aziendali.

Noi di Senza Bavaglio riteniamo che non sia più sufficiente formulare un
elenco di difetti, errori ed omissioni. Occorre passare alla fase
propositiva.
E' necessario elaborare proposte di leggi e norme, che sottraggano la Rai al
controllo della politica e della pubblicità e la restituiscano appieno al
ruolo di servizio pubblico.
Parimenti, al sistema privato va garantito un quadro normativo che assicuri
autonomia e pluralismo all'informazione.
Il leader dell'opposizione Romano Prodi, ha chiesto al governo di scegliere
assieme un consiglio d'amministrazione della Rai che possa durare nel tempo;
ma un semplice riequilibrio della spartizione partitica non è affatto
sinonimo di garanzia di libertà e autonomia dell'informazione pubblica.
E' contrario a ogni regola della democrazia il principio secondo cui una
commissione parlamentare controlla un medium: in un sistema sano e avanzato
la stampa vigila sulla politica e non viceversa.
Controcorrente, e quindi in antagonismo diretto con la democrazia, i media
stanno diventando sempre più megafono della politica, dei grandi gruppi di
interesse economico e dei poteri forti.

La qualità della tv generalista sta scadendo verticalmente. Sia
l'informazione sia l'intrattenimento partecipano a una corsa al ribasso nel
disprezzo degli spettatori e della funzione sociale dei mass media in un
contesto democratico. Una situazione fra le peggiori nel mondo
caratterizzata da assetti proprietari che configurano un monopolio de facto
che in definitiva soffoca la libertà di espressione. Si tratta di un quadro
che pregiudica le potenzialità della democrazia e della crescita civile in
Italia.

Senza Bavaglio si impegna nelle prossime settimane ad attivare una
commissione di saggi: docenti universitari, giornalisti esperti di
televisione e altre figure super partes, affinché mettano a punto una
riforma complessiva del sistema radiotelevisivo italiano da proporre alle
forze politiche prima delle prossime elezioni. Auspichiamo che la FNSI
voglia partecipare attivamente a questa iniziativa e ne assuma il
patrocinio.

Senza Bavaglio

Levico Terme, Va
lsugana, 10 aprile 2005

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