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ASSOCIAZIONE STAMPA EMILIA-ROMAGNA
ILLEGALE LO STATUTO, ILLEGALE IL VOTO


27/03/08

L’articolo 1 dello Statuto della FNSI recita che gli Statuti delle Associazioni Regionali di Stampa “devono essere conformi con lo statuto federale”. E pare che tale caratteristica sia di vitale importanza se si pensa che in passato su questa questione c’è stato un vero e proprio braccio di ferro tra la FNSI e l’Associazione Stampa Lombarda.

A questa regola, però, sembra possa derogare l’Aser, l’Associazione Stampa Emilia-Romagna. Il suo Statuto, come abbiamo denunciato noi di Senza Bavaglio, non solo non è conforme a quanto stabilisce l’articolo 1 di cui sopra, ma gli attuali dirigenti lo usano come un’arma per perpetuare le loro posizioni.

Lo statuto dell’Aser, infatti, è sostanzialmente difforme da quello federale perché prevede una serie di ostacoli che pare essere stata pensata al solo fine di impedire l’accesso alla vita democratica del sindacato anche alle minoranze.

Per esempio prevede un sistema di voto maggioritario e non proporzionale che proibisce di fatto alle minoranze di apportare il loro contributo al bene comune della categoria. Un divieto assai dannoso se si pensa che l’attuale dirigenza, locale e nazionale, finora non ha dimostrato quelle capacità di cui la categoria ha bisogno nel duro confronto con gli editori.

Egoisticamente le minoranze, come Senza Bavaglio, potrebbero limitarsi a puntare l’indice contro le inefficienze di questa maggioranza, ma poi tale condotta non porterebbe nessun beneficio ai colleghi.

Lo Statuto dell’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna prevede inoltre il voto per delega e per corrispondenza, due sistemi non ammessi del regolamento della FNSI (all’articolo 8) che invece prevede esclusivamente il voto personale e al seggio. Non sono previste deroghe. Ovvio che la macchina elettorale di cui dispone chi è ora al governo dell'Aser, difficilmente può essere affrontata.

Con le deleghe e le buste come si fa a garantire regolarità al voto? Chi può impedire di pensare che questi dirigenti non usino il porta a porta per raccogliere deleghe e buste che poi provvedono a compilare e imbucare personalmente contando sull’indifferenza dei colleghi poco interessati alle dinamiche sindacali, più per la convinzione che tanto non cambia nulla che per fiducia nella dirigenza?

Ovvio che queste storture si riflettano poi nella composizione della giunta: lo statuto dell’Associazione Stampa dell’Emilia Romagna non prevede la presenza delle minoranze nell’esecutivo in violazione dell’articolo 14 dello statuto della FNSI (“L’elezione [della Giunta Esecutiva] avviene a scrutinio segreto con il sistema proporzionale”). E dunque si ripropone il dubbio che il sistema adottato in Emilia-Romagna sia pensato per impedire una voce diversa da questa dirigenza non abituata al confronto democratico.

E nulla si può sperare dalla FNSI, ostaggio proprio di associazioni come l’Aser. Il 20 febbraio scorso i consiglieri nazionali di Senza Bavaglio hanno chiesto al presidente Roberto Natale di mettere in votazione in Consiglio Nazionale una loro mozione con la quale si intendeva chiedere all'Aser di rimandare le elezioni finché lo statuto non fosse stato adeguato a quello federale. Ma Natale, il presidente di tutti, non ha voluto metterlo ai voti adducendo pretesti che noi abbiamo giudicato capziosi. Nulla di trascendentale. Semplicemente in quella circostanza il Consiglio avrebbe potuto rischiare la spaccatura proprio su questo argomento e lui ha “democraticamente” ovviato. In calce, la mozione che non è stata messa ai voti.

Ma non è ancora finita. Qualche settimana fa, sempre Roberto Natale, in ottemperanza a una mozione approvata al recente congresso della FNSI, ha chiesto ai Consiglieri Nazionali di comunicare “l’appartenenza o non appartenenza, attuale o passata, a organizzazioni, di qualsiasi tipo o comunque denominate, che non rendano noti gli elenchi dei nomi dei propri iscritti”. Ricordiamo che l'Aser in occasione delle elezioni per i delegati al Congresso della FNSI non ha voluto mostrare a Senza Bavaglio l'elenco degli iscritti, sostenendo che nessuno può consultarli.

Sul bollettino Aser del gennaio 2008, il presidente Camillo Galba (membro di diritto del Consiglio Nazionale), giustificando questo atteggiamento, ha dimostrato come le regole nel nostro sindacato siano in realtà un elastico da usare a piacimento della maggioranza e a detrimento ovviamente degli interessi dei colleghi.

Nell’articolo Galba scrive che “l’Aser non ha fornito a Senza Bavaglio l’elenco dei propri iscritti” motivando tale decisione con il ricorso improprio alla legge sulla Privacy. Si dimentica che l’articolo 5 del Codice in materia di protezione dei dati personali al comma 3 recita che “il trattamento di dati personali effettuato da persone fisiche per fini esclusivamente personali è soggetto all'applicazione del presente codice solo se i dati sono destinati ad una comunicazione sistematica o alla diffusione”. Questo non era il nostro caso dato che quei dati erano stati chiesti da una corrente sindacale per poter partecipare alla competizione elettorale di fatto palesemente falsata.

Riportiamo qua sotto la lettera inviata dal Consigliere Nazionale di Senza Bavaglio, Massimo Alberizzi, al presidente Roberto Natale e per conoscenza al vicesegretario Nazionale promotore in Congresso della mozione sulla trasparenza, Luigi Ronsisvalle. Non c'è stata nessuna risposta.

Ovvio quindi che la dirigenza del sindacato si è ben guardata da chiedere spiegazioni a Camillo Galba. E allora gliele chiediamo noi. Lui è iscritto a un'associazione segreta, che cioè non mette a disposizione degli iscritti l'elenco degli iscritti stessi?

Ai colleghi invece noi chiediamo se pensano che una dirigenza eletta con uno statuto illegale possa legalmente rappresentarli e se con dirigenti espressi da una votazione illegale si possa pensare di chiudere un buon contratto.

Senza Bavaglio

 

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