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Conflitto di interessi? Sė, grazie: mi fa fare un sacco di soldi

 


Avvertenza: I personaggi e i fatti riportati nelle pagine del "Diario di Piero" sono immaginari ma autentica è la realtà che li produce.

Milano, 8 maggio 2006 – Questa mattina stavo girando tra gli

scaffali di una moderna libreria nei pressi del Duomo di Milano,

quando mi sono trovato davanti Adelaide Brembilla Bossi, una collega

con cui ho lavorato gomito a gomito nella seconda metà Anni Novanta.

È cambiata molto. Ha perso almeno 15 chili, tanto da sembrare una

delle tante modelle anoressiche che si aggirano come fantasmi per le

vie del centro storico. Ha gli occhi spiritati e cerchiati di nero.

I lunghi capelli neri le scendono giù fino a coprire i glutei. Ha un

qualcosa di gotico che ricorda la "sposa cadavere" dell'ultimo film

di Tim Burton.

L'ho abbracciata con affetto. Non la sentivo da diversi anni. Quando

ci siamo seduti nel bar del secondo piano della libreria, mi ha

detto che le cose non vanno bene come un tempo. Si è separata dal

marito, vive con la figlia di cinque anni e la vecchia madre malata.

La casa editrice dove lavorava nel 2002 ha chiuso i battenti senza

dare alcun preavviso ai dipendenti.

Adesso lavora in una rampante agenzia giornalistica milanese, che

garantisce i più disparati servizi alle più importanti testate

nazionali (giornali, radio e televisioni). Adelaide è stata

costretta ad aprire la partita Iva. Ma grazie alla sua esperienza

percepisce uno stipendio mensile di 1900,00 euro lordi. I suoi

colleghi più giovani guadagnano appena 850,00 euro, gli altri

attorno ai 1100,00 euro.

Ufficialmente sono tutti consulenti esterni. Mi ha spiegato che

invece lavorano in media 12 ore al giorno, festivi compresi. Ogni

due settimane spetta una giornata di riposo. In caso di malattia si

incorre in una penale di 30,00 euro per ogni giorno di assenza (da

pagare al rientro). Alle donne è assolutamente "vietato" avere

figli, per questa ragione in agenzia si prediligono giornaliste non

sposate e possibilmente anche single.

Altra cosa grave è la specie di "tangente" per continuare a lavorare

che una volta all'anno è chiesta ai giornalisti dell'agenzia. Il

responsabile in persona, per faccende oscure legate al bilancio

aziendale, costringe i giornalisti a firmare ricevute per importi

mai percepiti. L'uomo che è un ex pubblicitario, cattolico

conservatore e politicamente impegnato gode di importanti protezioni.

Adelaide, per esempio, pur di salvaguardare il lavoro, il mese

scorso ha firmato una ricevuta per 7 mila euro mai percepiti, su cui

dovrà pagare tasse e Iva. Nessuno si ribella. Nessuno sporge

denuncia. Il mercato del lavoro è fermo. I giornalisti preferiscono

sopportare questi soprusi da Repubblica delle Banane,

perché «piuttosto che niente, meglio piuttosto».

È tutto per oggi

Danilo Lenzo

 

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