Mai ripagare con la stessa moneta
Avvertenza: I personaggi e i fatti riportati nelle pagine del "Diario di
Piero" sono immaginari ma autentica è la realtà che li produce.
Milano, 28 giugno - La collega Isabella Cappellini odia
l'odore nauseabondo di certi sigari. Quando era incinta il suo
caposervizio Giorgio De Piro, con grande strafottenza e in barba
alla normativa sui divieti, ne fumava uno dopo l'altro.
Le loro postazioni di lavoro erano molto vicine, praticamente
sedevano una di fronte all'altra. Ad ogni protesta lui
sistematicamente rideva, si alzava dalla scrivania e le soffiava il
fumo in faccia.
"Non è colpa mia se sei incinta ma non riesco a smettere di
fumare in ufficio. - affermava De Piro con maschia arroganza -
Rivolgiti pure a chi vuoi, tanto non smetto. Cerca di capirmi.
L'aria di Milano è già inquinata. Il mio sigaro non può peggiorare
la situazione".
Isabella si era rivolta al comitato di redazione, al caporedattore e
infine al direttore. Tutti le dicevano: "Hai perfettamente
ragione. Porta pazienza. Magari quando Giorgio accende il sigaro tu
esci dalla stanza. Non ti devi arrabbiare, altrimenti la creatura
che porti in grembo potrebbe risentirne".
La cosa divertente è che Isabella lavora in un affermato mensile
di salute. Giorgio ha continuato a fumare indisturbato per tutto il
periodo della gravidanza e lei puntualmente ad uscire dalla stanza.
La collega ha poi avuto Aurora, una splendida bambina che gode di
ottima salute.
Lo scorso gennaio Isabella ha terminato la maternità ed è
rientrata in servizio. La scrivania del collega Giorgio è vuota. I
medici gli hanno diagnosticato un brutto tumore. Lei è andata
subito a trovarlo in clinica e come dono gli ha portato un pacco di
sigari di marca. La visita è durata soltanto cinque minuti, "il
tempo di una sigaretta" come cantava Fred Buscaglione.
È tutto per oggi
Danilo Lenzo