Adesione al partito, assunzione al giornale
Avvertenza: I personaggi e i fatti riportati nelle pagine del "Diario di
Piero" sono immaginari ma autentica è la realtà che li produce.
Milano, 25 giugno - A Milano si lavora meglio con una tessera di
partito in tasca. Non è una novità ma fino a qualche tempo fa
non era fondamentale possederla.
Prima o dopo, anche se con sacrifici non indifferenti, si riusciva
ad entrare in una redazione a testa alta e con le proprie gambe. I
politici (e non solo loro) sono sempre più pressanti in ogni settore
della vita sociale, culturale ed economica.
Il collega Paolo Brambilla attendeva un'assunzione che non arrivava
mai nonostante le promesse. Collaborava a "tempo pieno" con un
quotidiano regionale dal 1999, occupandosi di cronaca nera. I pochi
posti disponibili venivano sistematicamente occupati da
giovanotti baldanzosi (ma spesso giornalisti incapaci).
Il caporedattore, con cui ha sempre avuto un ottimo rapporto umano e
professionale, un giorno gli ha detto: "Capisco che tieni molto
alla tua libertà, alla tua dignità professionale ma se non
accetti un aiuto resterai per sempre un semplice collaboratore.
Oramai questo giornale è controllato da una solida cordata di
politici, imprenditori e finanzieri. Se ti iscrivi al partito posso
aiutarti ad ottenere l'agognata assunzione. Hai delle ottime
referenze ma i proprietari seguono la regola o con noi o contro di
noi. Vogliono essere tranquilli, sapere che sei uno di loro e che
possono contare anche su te".
Paolo ha fatto la tessera e dopo un mese magicamente è stato
assunto. A volte basta un piccolo gesto per cambiare la vita
professionale. Adesso occupa "non più abusivamente" la stessa
scrivania nella redazione di cronaca in cui per la prima volta si
era seduto nel 1999. Non è felice e neanche soddisfatto ma almeno
ha in mano un contratto.
È tutto per oggi
Danilo Lenzo