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Tutti la denigravano, era brava e si è uccisa

 


Avvertenza: I personaggi e i fatti riportati nelle pagine del "Diario di Piero" sono immaginari ma autentica è la realtà che li produce.

Milano, 15 aprile - Adriana Paganelli è morta. Questa mattina si è lanciata
dal balcone del suo appartamento. Aveva 33 anni e una tessera di giornalista
professionista in tasca. Ha lasciato un biglietto dove ha scritto di non
valere niente professionalmente. Gli squali delle redazioni, con il quale
collaborava da circa un anno, l'hanno sfruttata senza pietà e distrutta
psicologicamente mettendone in discussione le capacità professionali.
"Non vali niente cambia mestiere, mia figlia che ha 10 anni scrive meglio di
te e riuscirebbe a trovarmi delle buone notizie anche nel buco del culo del
mondo. Sei una cazzona, una buona a nulla. Ti faccio scrivere qualche pezzo
solo perché mia fai pena", amava ripeterle un volgare caporedattore che
somiglia tanto al personaggio inglese Mister Bean e che deve la sua carriera
al vecchio Partito Socialista.

Ho incontrato Adriana la scorsa settimana trovandola molto depressa e di
nuovo attaccata alla bottiglia. Erano le dieci del mattino e stava per
iniziare una conferenza stampa. Lei era arrivata barcollando, fradicia come
una spugna. Puzzava di vomito e i lunghi capelli neri erano sporchi. Un
relitto umano. L'ho strattonata portandola dentro il bagno per farle dare
una rinfrescata. Non è servito a molto.

Ho sentito salire un nodo alla gola. Mi è sembrato di tornare indietro nel
tempo, agli inizi degli Anni Novanta quando l'ho conosciuta. Seguivamo
entrambi l'attività politico -amministrativa di Palazzo Marino. Non andavamo
d'accordo all'inizio. Era in gamba, un'ottima cronista ma aveva una fretta
di sistemarsi subito in qualche redazione ed era disposta a tutto per farlo.
Non voleva tornare nel suo piccolo paesino disperso tra le montagne della
Sila per nessuna ragione al mondo.

Per questa ragione si era portata a letto una pletora di politici e
giornalisti che puntualmente, tra una scopata e l'altra, le promettevano di
farle ottenere un'assunzione ma poi sparivano nel nulla. Una volta è anche
rimasta incinta dopo un rapporto clandestino con Goffredo De Martino, un ex
Democristiano, ufficialmente cattolico conservatore, sposato, padre di 3
figli. Non l'ha aiutata ma si è limitato a darle dei soldi per farla
abortire in una clinica privata. Dopo l'intervento Adriana ha iniziato a
bere.

L'ho conosciuta in questo periodo e dopo qualche incomprensione iniziale
siamo diventati amici. Ero riuscito a consigliarle con successo uno
psicologo e una struttura per disintossicarsi. Dopo era stata finalmente
assunta a tempo indeterminato in un quotidiano on line.

La società editrice
della testata, purtroppo, è fallita lo scorso anno e lei ha iniziato a
girovagare tra una redazione all'altra, ad essere trattata come uno
straccio, sfruttata in maniera vergognosa soprattutto dai colleghi che la
conoscevano. È piombata di nuovo nel tunnel dell'alcool e adesso è troppo
tardi per fare qualcosa. Adriana non c'è più.

È tutto per oggi

Danilo Lenzo


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