TFR/Perché lo lasciamo in azienda
17/07/07
Chiamati come tutti i lavoratori delle aziende private a scegliere la
destinazione futura del Tfr, abbiamo deciso di lasciarlo in azienda, senza
aderire ai fondi pensione. Vogliamo spiegare pubblicamente le ragioni di
questa scelta, perché ci sembra che sui principali media sia in corso una
"campagna d'informazione" del tutto insufficiente, e quasi sempre a senso
unico.
Ecco dunque perché abbiamo scelto di non cambiare la destinazione del nostro
Tfr.
1) IL SENSO DELLA RIFORMA.
La creazione del "secondo pilastro" previdenziale, quello affidato ai fondi
pensione, implica una "rivoluzione" concettuale: lo spostamento del rischio
previdenziale - o almeno di una parte di esso - dallo Stato ai singoli
lavoratori.
Il Tfr lasciato in azienda, o in custodia all'Inps per le aziende con piu'
di 50 dipendenti, viene infatti rivalutato secondo parametri fissati per
legge e garantiti dallo Stato; quello affidato ai fondi pensione è rimesso
sostanzialmente all'andamento delle Borse: se le quotazioni crollano o i
rendimenti restano a livelli insufficienti, chi ci rimette è il lavoratore.
E' un cambiamento epocale, che meriterebbe maggiore attenzione da parte di
tutti, anche perché l'operazione-Tfr potrebbe essere la premessa - politica
e culturale - a ulteriori riduzioni della previdenza pubblica.
Vanno in questa direzione anche il principio del silenzio-assenso pro fondi
pensione (Il Tfr di chi non dice nulla entro il 30 giugno, finirà così ai
fondi), il trattamento fiscale privilegiato riservato ai fondi e il mancato
varo dei fondi gestiti dall'Inps; un recente intervento del presidente della
Covip (la commissione di controllo sui fondi pensione) che paventa il
trasferimento forzato del Tfr al "secondo pilastro" se le adesioni ai fondi
saranno poco numerose; l'indicazione data dal governatore della Banca
d'Italia durante la sua relazione annuale: Draghi ha suggerito di
indirizzare ai fondi una parte (oltre al Tfr) della contribuzione
individuale oggi destinata alla pensione pubblica.
2) LA FINANZIARIZZAZIONE.
Il trasferimento del Tfr ai fondi pensione comporta un oggettivo contributo
alla finanziarizzazione della previdenza e, in seconda battuta,
dell'economia: è una tendenza che ci preoccupa e alla quale non vogliamo
contribuire.
La finanziarizzazione ha reso più instabili le economie dei paesi più ricchi
e impoverito quelle dei paesi più poveri. Spesso si leggono sui giornali
simulazioni e ipotesi sui rendimenti del Tfr investito in Borsa, quasi mai
si ha l'accortezza di segnalare che nessuno può oggi prevedere quale sarà
l'andamento delle Borse fra dieci o venti anni.
3) L'INFORMAZIONE.
In questi mesi non è mai decollato un serio confronto sulla riforma
previdenziale e sulle opzioni in campo, nella nostra come in altre
categorie. Molto spesso l'informazione sul tema è stata affidata agli stessi
gestori dei fondi di categoria (co-gestiti dai sindacati), nonostante
l'evidente conflitto di interessi. Le ragioni dell'opzione zero, cioè la
scelta di lasciare le cose come stanno, sono state raramente illustrate in
modo serio e completo. Le stesse "guide" pubblicate da molti quotidiani
hanno palesemente mostrato una predilezione per i fondi pensione, anche a
causa - temiamo - dei cospicui investimenti pubblicitari compiuti da banche,
fondi e società di gestione del risparmio.
Tutte le "Guide al tfr" sono infarcite di queste inserzioni pubblicitarie,
tutt'altro che neutre. Crediamo che l'argomento meriterebbe un'ampia
discussione soprattutto nella categoria dei giornalisti, che sono investiti
doppiamente dall'operazione-Tfr: da un lato come lavoratori, dall'altro come
responsabili delle informazioni diffuse ai cittadini attraverso i media.
Vorremmo che questo nostro intervento fosse interpretato come un contributo
alla discussione nelle ultime settimane che precedono la scadenza dei
termini per la scelta.
Francesco Ghidetti - Senza Bavaglio Firenze
Lorenzo Guadagnucci - Senza Bavaglio Firenze
Domenico Sartori - Ex Cdr l'Adige, Trento
Zenone Sovilla - Consigliere Nazionale FNSI - Senza Bavaglio Trento/Bolzano
Massimo Alberizzi - Consigliere Nazionale FNSI - Senza Bavaglio Milano
Info e adesioni: ekologisk@gmail.com