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15/09/05


STATI GENERALI/Togliamo il segreto di Stato
sulla sorte di due giornalisti
scomparsi

Senza Bavaglio
ha presentato questo documento agli Stati Generali
dell'Informazione a Roma il 15 settembre 2005. Firmato da decine di colleghi
il documento è stato approvato all'unanimità


SEGRETO DI STATO: NON DIMENTICHIAMO DUE COLLEGHI

RIAPRIAMO IL LORO CASO.

Con questo documento, Senza Bavaglio intende cogliere l'occasione
degli Stati Generali dell'Informazione per proporre alla Federazione
Nazionale della Stampa un appello affinché venga posto fine ad uno
scandalo: la totale "cancellazione" della vicenda di due coraggiosi
colleghi, Graziella De Palo e Italo Toni, sulla quale è calato - a
livello politico, istituzionale, giudiziario e informativo - un
omertoso e inaccettabile silenzio.

Chiediamo che venga riaperta l'inchiesta giudiziaria, incredibilmente
archiviata dall'allora giudice istruttore Renato Squillante (il cui
nome, già noto, dovrebbe bastare per far riaprire il caso).

Chiediamo che le istituzioni (Presidenza del Consiglio, Ministero
degli Esteri, apparati di sicurezza e di intelligence) si rendano
disponibili fornendo agli inquirenti e alla stampa tutta la
documentazione in loro possesso per cercare di ricostruire la verità
storica in merito alla tragica fine dei nostri colleghi.

Chiediamo che la Fnsi si attivi perché, a distanza di 25 anni dai
fatti, venga tolto il Segreto di Stato che ancora grava su alcuni
aspetti della vicenda (i rapporti Italia-Olp), consentendo pieno
accesso alle informazioni ancora disponibili.

Chiediamo infine - come hanno fatto i familiari di Graziella De Palo
e Italo Toni incontrando recentemente il sindaco di Roma, Walter
Veltroni, che su impulso dell'Fnsi venga intitolata una via alla
memoria dei due nostri colleghi che hanno pagato con la vita il loro
desiderio di fare informazione su vicende difficili e controverse.


LA VICENDA DI ITALO TONI E GRAZIELLA DE PALO IN SINTESI

Nel settembre di 25 anni fa (il 2 settembre 1980) due giornalisti
italiani, Italo Toni e Graziella De Palo, scomparvero a Beirut, in
Libano. Scomparvero in senso letterale, perchè i loro corpi non
furono mai ritrovati. Sulla vicenda, in Italia, vige tuttora il
Segreto di Stato. Graziella De Palo, collaboratrice di "Paese Sera",
e Italo Toni, redattore dei "Diari" di Giancarlo Parretti, erano
partiti da Roma il 23 agosto dello stesso anno.

Il viaggio, concordato con il responsabile dell'ufficio di Roma
dell' Olp, Nemer Ammad, aveva inizialmente lo scopo di far visitare
ai due giornalisti alcuni campi palestinesi in Libano. Durante quella
settimana però, i due giornalisti allargarono il raggio della loro
inchiesta e si interessarono di traffico d'armi e, consci del
pericolo, il primo settembre 1980 si presentarono all'ambasciata
italiana chiedendone la "tutela": "Se non dovessimo tornare entro
tre giorni...". Passarono i giorni e dei giornalisti si persero le
tracce.

I diplomatici italiani cominciarono le ricerche coordinate dal
ministero degli esteri, allora guidato dal democristiano Emilio
Colombo, mentre l'allora presidente del consiglio, Arnaldo Forlani
incontrando la madre di Graziella De Palo, disse che la figlia
era "prigioniera dei falangisti", avvalorando l'ipotesi di "una
pista cristiano-maronita", poi rivelatasi infondata.

In breve tempo calò un velo di silenzio sulla vicenda. Le famiglie
dei due giornalisti furono invitate ad osservare un rigido silenzio
stampa, fatto passare come necessario per non intralciare le
trattative coi "rapitori". E qui s'innescò una girandola di
depistaggi che chiamarono in causa le opposte fazioni che si
fronteggiavano nel Libano diviso dalla guerra civile.

In realtà la vera ragione della scomparsa di Graziella De Palo e
Italo Toni sembra essere dovuta ad un grosso giro di denaro legato al
traffico d'armi che interessava da vicino l'Italia, la P2 e,
probabilmente, un politico italiano presente ad una riunione in Medio
Oriente e che i nostri colleghi riconobbero. La procura della
repubblica di Roma avviò un'inchiesta, affidata al sostituto
Giancarlo Armati, poi archiviata dal giudice istruttore Renato
Squillante (il cui nome, già noto, dovrebbe bastare per far riaprire
il caso). Non se ne seppe più nulla.

LA VERSIONE INTEGRALE DELLA VICENDA E' DISPONIBILE QUI





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