INTERCETTAZIONI/Proteste in piazza San Marco a Venezia
VENEZIA, 28 giugno 2008
Cristina Genesin, collega del CDR del Mattino di Padova ha guidato i
simpatizzanti
di Senza Bavaglio alla manifestazione che si è tenuta in Piazza San Marco
per protestare contro il governo.
Foto 1 Un momento della manifestazione in Piazza San Marco a Venezia.
Foto 2 Cristina Genesin, cronista giudiziario del Mattino di Padova, esponente di
Senza Bavaglio in Veneto, con un bavaglio sulla bocca in Piazza San Marco a
Venezia durante la manifestazione contro la legge sulle intercettazioni
MANIFESTAZIONE A VENEZIA CONTRO LE INTERCETTAZIONI
Fra la gente del mercato di Rialto a distribuire volantini e spiegare che la
battaglia per la libertà di stampa
e per la qualità dell’informazione non è “affare” di pochi, giornalisti,
editori, magistrati, addetti ai lavori,
bensì un baluardo democratico patrimonio di una società civile e
pluralistica.
Su iniziativa del Sindacato giornalisti del Veneto e del Gruppo cronisti
veneti, i giornalisti della carta stampata,
delle radio-tv, degli uffici stampa, dei siti on line sono scesi in piazza,
primi in Italia, per manifestare contro il
cosiddetto disegno di legge sulle intercettazioni, presentato dal ministro
Alfano: il vero obiettivo non è la tutela
della privacy - diritto sacrosanto cui i giornalisti si attengono anche con
regole deontologiche e di autoregolamento
– bensì quello di imbavagliare l’informazione, impedendo l’accesso alle
fonti, vietando di pubblicare le istruttorie
giudiziarie se non quando si è arrivati alla prima udienza, mettendo i
giornalisti in galera e sanzionando pesantemente
gli editori.
“Aiutateci a difendervi”: questo l’appello lanciato ai cittadini, insieme
alla Fnsi, all’Unci, e all’Ordine del Veneto. “La
nostra libertà di informarvi in maniera corretta, trasparente, tempestiva è
la vostra libertà di sapere e di conoscere”.
Se passassero le modifiche proposte dal Governo, non si potrebbe più
scrivere di fatti che investono e stravolgono la
vita di ognuno di noi: il pirata della strada che, ubriaco o drogato,
ammazza madre e figlioletto sulle strisce pedonali, le
banche che promuovono bond-truffa, le cliniche degli orrori con medici
spregiudicati che diagnosticano false patologie
per incassare i finanziamenti pubblici, i politici corrotti che amministrano
nel nome del proprio tornaconto, i magistrati
fannulloni che fanno scarcerare i boss della mafia per decorrenza dei
termini della custodia cautelare.
Sì ai diritti, no ai bavagli: i giornalisti veneti sono dalla parte
dell’informazione libera, autonoma e indipendente. L’emergenza
è tale che a livello nazionale, Fnsi, Unci e Ordine, hanno costituito un
tavolo per rispondere con fermezza e determinazione
ai continui attacchi alla stampa che arrivano non solo dalla politica, ma
anche dalla magistratura che sempre più spesso ricorre
al metodo delle perquisizioni in redazione o a casa dei giornalisti per
impedire l’esercizio del diritto-dovere di cronaca sancito
dalla Costituzione.
Da Rialto in corteo fino a piazza San Marco: a sfilare una delegazione di
giornalisti di diverse testate provenienti anche da
Padova, Vicenza e Rovigo. Insieme al segretario del Sindacato giornalisti
del Veneto, Daniele Carlon, e al presidente del Gruppo
cronisti veneti, Ugo Dinello, anche il presidente dell’Ordine dei
Giornalisti del Veneto, Gianluca Amadori, il componente della
giunta nazionale Fnsi, Enrico Ferri, e il presidente dell’Unione nazionale
cronisti italiani, Guido Columba. Numerose le attestazioni
di solidarietà. Ma questo è solo l’inizio.
SINDACATO GIORNALISTI DEL VENETO
GRUPPO CRONISTI VENETI