INPGI/Un bel risparmio grazie a Senza Bavaglio
14/01/09
Una buona notizia per l'Inpgi e quindi per tutti i colleghi, diramata
il giorno 12 con un comunicato del presidente dell'Istituto, collega
Andrea Camporese, che riporto per intero:
"La notizia del via libera della Commissione Bilancio e Finanza
all'emendamento alla legge 416, che pone in capo allo Stato il costo
dei prepensionamenti nel comparto giornalistico, è di grande rilievo
e segna un passaggio storico per l'Istituto di previdenza" afferma
Andrea Camporese, Presidente Inpgi.
Se l'emendamento, posto all'interno del Decreto anticrisi, troverà
conferma in aula sarà creato un fondo presso l'Inpgi alimentato ogni
anno da dieci milioni di euro.
"L'Istituto ha sostenuto l'incostituzionalità della norma che
prevede, a differenza delle altre categorie di lavoratori, che gli
ingenti costi dei prepensionamenti derivanti da crisi aziendali siano
sostenuti dalla gestione previdenziale e non dalla collettività -
continua Camporese - la norma, così come licenziata dalla Commissione
competente, non modifica lo spettro originario delle aziende
editoriali beneficiarie limitandosi ai quotidiani. E' evidente, anche
se non può essere l'Inpgi ad indicare il campo di applicazione, che
esiste una criticità anche nel settore periodici che le Parti sociali
hanno segnalato. E' auspicabile che in questo senso il confronto
prosegua nelle sedi opportune."
Fin qui il comunicato. Non è stata quindi un inutile tampinare il
presidente e il consiglio di amministrazione della passata gestione
il mio insistere perché ci si rendesse conto, e si agisse di
conseguenza, di una anomalia: di norma è l'Inps, cioè lo Stato, ad
accollarsi il peso degli ammortizzatori sociali, come è giusto che
sia perché sono ammortizzatori sociali e non aziendali, privati,
mentre invece quando si tratta di giornalisti il peso grava sulle
casse del nostro Istituto, cioè sulle nostre tasche di privati
cittadini. Ma allora le tasse che le paghiamo a fare, se non abbiamo
diritti pari agli altri lavoratori? Da notare, en passant, che il
bilancio dell'Inps sarebbe in attivo (due parole staccate - "in"
e "attivo" - e non una unica parola...) se lo Stato non gli
scaricasse anche oneri impropri. Un discorso su cui in passato ha
scritto mi pare su La Stampa l'economista professor Deaglio.
Stimolato, qualcuno dice spintonato, da me, l'Istituto alla fine s'è
deciso a chiedere un parere pro veritate a una esimia personalità
giuridica, che ha appunto confermato come la disparità di trattamento
sia inammissibile. Dopodiché l'Istituto s'è dato da fare, e la nuova
gestione può raccoglierne i frutti: un gran bel risparmio. Una bella
boccata d'ossigeno, ancora più bella visti i tempi che corrono. Ho
anche proposto di chiedere il rimborso delle cifre, piuttosto grandi,
sborsate in passato per queste faccende che non erano di nostra competenza, ma
dello Stato.
La morale è che quando si ritiene di essere nel giusto bisogna alzare
la mano, aprire la bocca e insistere. La goccia cinese, si sa, scava
anche la pietra.
Pino Nicotri
Senza Bavaglio
Consigliere generale Inpgi