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SCATTI D'ANZIANITA'/Brache calate e demagogia (di Pino Nicotri)
Riguardo il congresso della Fnsi a Castellaneta Marina ho preferito
evitare di dire la mia a botta calda. Una decisione che ho preso per
farmi sbollire almeno parte dell'indignazione suscitatami per vari e
ragionati motivi.
1) Il primo motivo è l'incredibile discorso fatto fare a
Enrico "Chicco" Ferri dalla maggioranza uscente e rientrante. Ferri
ha parlato della necessità di rinunciare agli scatti d'anzianità
perché - parole testuali - "i collaboratori e i freelance mica li
hanno gli scatti". E si tratta di una affermazione raccapricciante.
Sì, raccapricciante. E' come dire che poiché gli immigrati
extracomunitari non hanno né contratti né salari decenti e neppure la
cittadinanza italiana allora anche noi dobbiamo rinunciarvi.
Rinunciare cioè ai contratti, agli stipendi decenti e alla
cittadinanza italiana. Siamo cioè al delirio, e mi sbalordisce che il
mio caro amico del bel tempo che fu, Chicco, sia arrivato a tanto.
Meglio avrebbe fatto a lasciare che un tale indecoroso discorso lo
facessero i big della Fnsi più big di lui. Se non altro perché lui da
vari anni (8, stando a quanto mi dicono) gode del permesso sindacale
in quanto man mano eletto a varie cariche in organismi di categoria.
Insomma, l'editore lo paga ma lui non lavora in redazione. Da 8 anni,
mi dicono. Tralasciamo il fatto che un editore che si ritrova al
tavolo della trattativa un suo dipendente retribuito da così tanto
tempo senza il corrispettivo lavoro può anche innervosirsi, con danno
per l'intera categoria dei giornalisti. Tralasciamo anche che
l'editore in questione tempo fa ha mostrato pubblicamente la sua
ostilità verso Chicco, giustamente difeso da tutti, me compreso.
Quello che non si può tralasciare è - per dirla con le parole di
Ferri - che di questi permessi sindacali non godono né i freelance né
i collaboratori, ma non per questolo stesso Chicco vi rinuncia. Né
esorta alla rinuncia chi è nelle sue stesse condizioni. O no?
2) Dopo la mia replica al discorso di Ferri, un noto collega
pensionato, da molti anni in organismi di categoria e del quale per
educazione non faccio il nome, mi ha aprostrofato gridandomi: "Tu ce
l'hai gli scatti nello stipendio? Io nella pensione no! Perciò non è
giusto che tu li abbia!". Allibito, gli ho ribattuto: "Prova allora a
chiedere ai giovani di non far sesso visto che alla tua veneranda età
forse non ci sono neppure quegli "scatti"!".
3) Insomma, il concetto di eguaglianza che emerge dal discorsofatto fare
a Ferri è un concetto piuttosto miserello, per non dire miserabile.
Perché è il solito discorso tanto caro ai padroni: abbassare la retribuzione
delle fasce alte per adeguarle a quelle più basse, anziché l'esatto contrario.
Ovvero, abbassare anche il livello di vita. Tant'è che sono sempre
più, anche tra noi giornalisti contrattualizzati, quelli che non ce
la fanno ad arrivare a fine mese senza arrancare ogni volta per gli
ultimi 7-10 giorni. Il dramma è che Ferri&C, con quasi tutta la
sinistra italiana, non si sono accorti che i padroni questo discorso
ormai lo fanno anche in tema di qualità della vita, in fatto di
diritti civili (e domani toccherà a quelli politici) e in fatto di
diritto ai servizi pubblici, dall'assistenza sanitaria alla scuola
pubblica, dai trasporti pubblici alla pensione.
Siccome il sistema produttivo prevede sempre grandi serbatoi di mano
d'opera disoccupata o sottoccupata, i padroni hanno cioè sempre
larghe fasce di popolazione che sta da cani o quasi, ecco che ora -
grazie ai Ferri&C e collaborazionisti vari - possono pretendere che
stiano almeno un po' da cani anche gli altri. Eccetto ovviamente loro
e i loro lacchè, compresi gli staff delle aziende.
4) E a proposito di pensioni: come mai con una mano si sostiene che
la mancanza anche degli scatti rischia di colare a picco l'Inpgi, cioè le
pensioni dei giornalisti, e poi con l'altra mano si pretende che gli scatti
vengano buttati a mare (in nome dei pretesi interessi dei non
contrattualizzati)? Buttare a mare gli scatti o ridurli drasticamente non
significa buttare a mare l'Inpgi sì o no? Ovvero: significa o no buttare a
mare le pensioni sia di chi le ha e sia di chi dovrebbe averle in un futuro
più o meno prossimo? Capisco essere sconnessi o dissociati, ma la
schizofrenia è tutt'altra cosa.
5) Riguardo gli scatti nessuno, né la maggioranza né la minoranza,
ha fatto l'unico discorso sensato. Vale a dire: in un'epoca di inflazione elevata,
quale era quella con gli scatti biennali d'anzianità all'8%, gli aumenti devono
essere forti, altrimenti l'inflazione si mangia tutto; ma in un'epoca di inflazione
quasi ferma, quale è ufficialmente l'epoca attuale, non si può pretendere che
gli scatti siano sempre molto alti, e infatti sono già stati ridotti, non siamo più
all'8 per cento.
Il problema è stabilire quale debba essere la percentuale di aumento
degli scatti, se ci si può accontentare - che so - del 5 o del 4% - e
magari se debbano maturare ogni due anni o per esempio ogni tre. Ma
certo la soluzione non può essere il buttarli a mare. L'inflazione
infatti non è così ferma come si usa dire, di fatto l'euro è stato
fatto valere dai commercianti a affini, cioè da chi aveva il coltello
dei prezzi dalla parte del manico, solo 1000 lire anziché le quasi
2.000 pattuite. I salari, compresi i nostri stipendi, sono stati cioè
dimezzati!
In più, basta leggere i giornali di questo infelice mese natalizio
per sapere che Babbo Natale e la Befana ci porteranno un aumento dei
salassi supplementari già in atto da qualche tempo: aumento delle
tasse per la raccolta delle immondizie, autostrade, trasporti vari,
luce, acqua, gas, telefoni, ecc. I nostri soldi varranno cioè sempre
meno. Con lo stipendio potremo acquistare meno cose e avere quindi un
livello di vita più basso. Sento dire che la maggioranza
reinsediatasi nella Fnsi ha un quasi accordo con gli editori per un
aumento di 150 euro base per tutti, in cambio dell'addio agli scatti
o della loro riduzione ad "argent de poche".
Colleghi: i 150 euro, oltretutto scaglionati nel tempo as usual, non
ci ripagherebbero neppure di quanto abbiamo preso con gli scioperi.
Ma sicuramente NON ci metterà neppure un po' al riparo dall'ulteriore
forte aumento dei prezzi e dei servizi, dall'aumento cioè del costo
della vita. Aumento che stangherà anche e soprattutto i freelance e i
non contrattualizzati vari. Checché ne dicano i Chicco Ferri e
demagoghi vari, pronti a calare le nostre brache.
Pino Nicotri
Consigliere Generale dell'INPGI
Fiduciario di Redazione de l'Espresso
Senza Bavaglio