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UFFICI STAMPA/Non siamo portavoce



Ci sembra necessario, in primo luogo, riproporre di seguito le differenze
sancite dalla Legge 150/2000 tra il giornalista che si occupa di Uffici
Stampa, i portavoce e i comunicatori (addetti alle pubbliche relazioni).



Secondo la stessa Legge 150, l'ufficio stampa, la cui attività è in via
prioritaria indirizzata ai mezzi di informazione di massa, deve:

.
 a) illustrare e favorire la conoscenza delle disposizioni normative, al
fine di facilitarne l'applicazione;

 b) illustrare le attività delle istituzioni e il loro funzionamento;

  c) favorire l'accesso ai servizi pubblici, promuovendone la conoscenza;

 d) promuovere conoscenze allargate e approfondite su temi di rilevante
interesse pubblico e sociale;

 e) favorire processi interni di semplificazione delle procedure e di
modernizzazione degli apparati nonché la conoscenza dell'avvio e del
percorso dei procedimenti amministrativi;

    A differenza dell'attività svolta dagli Uffici Stampa, il portavoce ha
compiti di diretta collaborazione, ai fini dei rapporti di carattere
politico-istituzionale, con gli organi di informazione.

Gli addetti alle pubbliche relazioni devono invece:

        a) agevolare l'utilizzazione dei servizi offerti ai cittadini, anche
attraverso l'illustrazione delle disposizioni normative e amministrative, e
l'informazione sulle strutture e sui compiti delle medesime;


     b) promuovere l'adozione di sistemi di interconnessione telematica e
coordinare le reti civiche;


        c) attuare, mediante l'ascolto dei cittadini e la comunicazione
interna, i processi di verifica della qualità dei servizi e di gradimento
degli stessi da parte degli utenti;


        d) garantire la reciproca informazione fra l'ufficio per le
relazioni con il pubblico e le altre strutture operanti nell'amministrazione,
nonché tra gli uffici relazioni con il pubblico delle varie
amministrazioni.

Analogamente, riteniamo che le stesse definizioni valgano nel settore
privato, dove il giornalista che fa Ufficio Stampa non può essere confuso -
e non può confondersi - con i PR e/o i portavoce di aziende

 Chiarito questo, la prima delle problematiche riscontrate come giornalisti
che svolgono la propria professione all'interno di Uffici Stampa - siano
essi pubblici che privati - riguarda il Contratto Nazionale di Categoria, a
oggi co-firmato esclusivamente con la FIEG, mentre gli Uffici Stampa non
rispondono - di fatto - sempre ai soli editori.

Con la Legge 150 del 2000 si impone agli Enti che si avvalgono di un Ufficio
Stampa di utilizzare giornalisti iscritti all'albo, tuttavia la Legge - a
quasi cinque anni dalla sua promulgazione - è quasi totalmente disattesa e
si presta a diverse interpretazioni.



Riteniamo, quindi:

1. che sia necessario aprire una vertenza per la modifica della vigente
Legge 150/2000, nella parte in cui non prevede l'estensione del CNLG per
gli Uffici Stampa, perché l'attuale previsione di un diverso contratto - non
meglio specificato - lede la dignità professionale e i diritti dei
giornalisti impiegati negli Uffici Stampa e si palesa, inoltre, come norma
incostituzionale in quanto discriminante all'interno della stessa categoria;

2. che l'Ufficio Stampa debba essere parificato alle Redazioni..I
giornalisti che svolgono attività di Ufficio Stampa debbono, quindi,
poter accedere all'esame di stato valido per l'iscrizione all'albo dei
professionisti, rispettando gli stessi tempi del praticantato dei colleghi
impegnati nelle redazioni;

3. che debba essere prevista l'iscrizione automatica all'INPGI e alla
CASAGIT dei giornalisti degli Uffici Stampa, senza che da parte degli Enti
e/o Aziende si operi alcuna discrezionalità.



Riteniamo inoltre che i giornalisti degli Uffici Stampa, qualora operino
come freelance (liberi professionisti), abbiano la possibilità di poter
emettere fattura esente IVA ai propri committenti, al pari di altri ordini
professionali.



Sulla questione fondamentale che distingue in maniera categorica il
portavoce dal giornalista (esigenza raccolta dalla Legge, ma anche
fondamentale norma etica e deontologica), non possiamo non sottolineare la
difficoltà in cui si trova il giornalista di ufficio stampa che non ha né
tutele né diritti e che quindi può essere ricattato nell'esercizio della
propria professione.

Come garantire una corretta informazione? Solo un informatore garantito nei
suoi diritti può assicurare un'informazione libera e democratica.




Senza Bavaglio

Levico Terme, Valsugana, 10 aprile 2005


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