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CONTRATTO/In conferenza stampa
Giovanna Melandri dice la sua


17/02/07


Al Consiglio Nazionale della FNSI del 15 e 16 febbraio a Roma, Senza
Bavaglio ha proposto di chiedere ai colleghi che partecipano a conferenze
stampa di esponenti del governo o comunque di politici di una certa
rilevanza, di porre una domanda sul contratto dei giornalisti.

Così oggi, sabato 17 febbraio, alla conferenza stampa che il ministro delle
Politiche Giovanili e Attività Sportive, Giovanna Meandri, ha tenuto in
occasione della settimana della Moda di Milano, la collega Simona Fossati si
è alzata ed ha chiesto cosa il ministro pensasse a proposito della vertenza
che ci oppone agli editori. Mentre qualcuno ha borbottato “ma cosa c’entra
questa cosa”, Giovanna Meandri non si è sottratta alla risposta, nonostante
le pressioni dei presenti a proseguire con le altre domande. “E’ scontato
cosa ne penso – ha detto -. Non è bello che una categoria così strategica
sia senza contratto. Occorre uno sforzo per trovare al più presto un accordo".

Il 30 gennaio ad Addis Abeba, la stessa domanda era stata rivolta da Massimo
Alberizzi a Romano Prodi nella conferenza stampa in margine alla visita
nella capitale etiopica per seguire il vertice dell’Unione Africana. Mentre
con un sorriso lo stesso Presidente del Consiglio si stava accingendo a
rispondere, la sua voce era stata sopraffatta dalle proteste di alcuni
colleghi (“ma cosa c’entra questa roba”, come se invece ci fosse qualche
nesso tra il viaggio di Prodi in Africa e la domanda in precedenza rivolta
dalla collega della Reuters sulla vendita dell’Alitalia) e di Emanuela
Bruni, inflessibile funzionaria di Palazzo Chigi che si occupa del
cerimoniale e del protocollo durante i viaggi ufficiali del premier.

Ieri invece solo qualche collega ha mugugnato, mentre alti si sono
congratulati per il coraggio e la determinazione di Simona.

Senza Bavaglio durante i lavori del Consiglio Nazionale ha sottolineato come
sarebbe opportuno che i colleghi sensibilizzassero i politici con domande
dirette durante le conferenze stampa. Rilanciamo ora questa proposta che,
secondo noi, non deve essere lasciata alla buona volontà di una componente
ma fatta propria da tutte le altre e dalla stessa FNSI.

Sempre durante il Consiglio Nazionale, Senza Bavaglio ha chiesto il varo
immediato dell’Organismo di Base dei Freelance – come per altro previsto da
una mozione approvata per acclamazione durante il congresso di Saint Vincent
- anche per mandare un segnale forte agli editori: dobbiamo ribadire che in
questa difficile lotta per il contratto, non intendiamo abbandonare quei
punti che riguardano i liberi professionisti.

Infine abbiamo chiesto di riprendere in mano la mozione sul riassetto del
sistema radiotelevisivo come era stata proposta e approvata all’unanimità
durante la riunione degli Stati Generali del settembre 2005.

Qui sotto i due documenti: la mozione sull’organismo di base dei Freelance e
quella sul riassetto del sistema radiotelevisivo. Per ulteriori informazioni
www.senzabavaglio.info

Senza Bavaglio

FREELANCE
Questa la mozione presentata da Senza Bavaglio al XXIV Congresso della
Federazione Nazionale della Stampa a Saint Vincent, nel 2004. Il documento,
sottoscritto da decine di colleghi è stato approvato per acclamazione.

Prendendo spunto dall'innovazione organizzativa introdotta nello Statuto
della FNSI e ritenendo fondamentale stimolare e promuovere una nuova e più
estesa partecipazione al sindacato unitario dei giornalisti, il XXIV
Congresso della Federazione della Stampa riunito a Saint Vincent

IMPEGNA

la nuova Giunta Esecutiva della FNSI a proporre, entro due mesi dal suo
insediamento, al Consiglio Nazionale di deliberare il riconoscimento
dell’Organismo di Base Freelance come previsto dall’art. 37 dello Statuto
FNSI.

Un Organismo di Base i cui iscritti abbiano questi requisiti:

• L’ iscrizione all’Associazione regionale.

• L’identificazione delle caratteristiche professionali degli iscritti
secondo parametri di esercizio esclusivo del lavoro autonomo.

• L’esclusione degli iscritti ad altri Ordini professionali.

Con la certezza che tutelare con forza chi è esterno alle redazioni
significa tutelare anche i contrattualizzati

IMPEGNA

la nuova dirigenza della FNSI a combattere con strumenti legislativi e
sindacali affinché si introducano indispensabili tutele professionali e
previdenziali.

UNA LEGGE SERIA PER IL SISTEMA RADIOTELEVISIVO

Questa la Mozione presentata da Senza Bavaglio all'assemblea degli Stati
Generali dell'Informazione, sottoscritta da decine di colleghi e approvata
all'unanimità, nel settembre 2005

Negli ultimi anni si sta assistendo a un inquietante degrado del sistema
televisivo italiano. Un processo che, con modalità simili, sta investendo
progressivamente anche la radiofonia e i nuovi media.

I giornalisti devono assumere un ruolo attivo e adoperarsi per una
rivoluzione nei metodi informativi e nelle politiche aziendali.

"L'Assemblea degli "stati generali" del sindacato dei giornalisti italiani
ritiene che non sia più sufficiente formulare un elenco di difetti, errori
ed omissioni. Occorre passare alla fase propositiva.

E' necessario elaborare proposte di leggi e norme, che sottraggano la Rai al
controllo della politica e della pubblicità e la restituiscano appieno al
ruolo di servizio pubblico.

Parimenti, al sistema privato va garantito un quadro normativo che assicuri
autonomia e pluralismo all'informazione.

Ci rendiamo conto che un semplice riequilibrio della spartizione partitica
non è affatto sinonimo di garanzia di libertà e autonomia dell'informazione
pubblica.

E' contrario a ogni regola della democrazia il principio secondo cui una
commissione parlamentare controlla un medium: in un sistema sano e avanzato
la stampa vigila sulla politica e non viceversa.

Controcorrente, e quindi in antagonismo diretto con la democrazia, i media
stanno diventando sempre più megafono della politica, dei grandi gruppi di
interesse economico e dei poteri forti.

La qualità della tv generalista sta scadendo verticalmente. Sia
l'informazione sia l'intrattenimento partecipano a una corsa al ribasso nel
disprezzo degli spettatori e della funzione sociale dei mass media in un
contesto democratico. Una situazione fra le peggiori nel mondo
caratterizzata da assetti proprietari che configurano un monopolio de facto
che in definitiva soffoca la libertà di espressione. Si tratta di un quadro
che pregiudica le potenzialità della democrazia e della crescita civile in
Italia.

L'assemblea chiede alla FNSI di impegnarsi nelle prossime settimane ad
attivare una commissione di saggi: docenti universitari, giornalisti esperti
di televisione e altre figure super partes, affinché mettano a punto una
riforma complessiva del sistema radiotelevisivo italiano che la FNSI, di
intesa con l'Usigrai, possano proporre alle forze politiche prima delle
prossime elezioni.

Chiediamo alla FNSI di attivare immediatamente questa iniziativa e ne assuma
il patrocinio.




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