CIRCOLO DELLA STAMPA/Colpo di stato di Gallizzi


5 novembre 2008

A volte rimangono, o fanno di tutto pur di non andarsene. Di fatto,
dopo 12 anni di presidenza al Circolo della Stampa (un po' troppi),
Giuseppe Gallizzi, il presidente più longevo che la storia del Circolo
ricordi, anziché decidere di lasciare la carica con tutti gli onori,
e pure con i ringraziamenti dei colleghi, per il lavoro svolto
finora, ha preferito inventarsi l'ennesimo trucco pur di restare
aggrappato al sacro scranno.

Questa volta, pur di non cedere il passo al nuovo direttivo eletto,
peraltro all'unanimità, dalla Lombarda, ha convocato il vecchio
direttivo tentando di delegittimare la lista unitaria.

Fallita l'opportunità è riuscito comunque ad ottenere un rinvio in
data da destinarsi e comunque entro il 13 dicembre, delle elezioni
per la nomina dei consiglieri in rappresentanza dei soci effettivi
(art.32 dello statuto) che si dovevano tenere venerdì 7 novembre.

In un comunicato congiunto, David Messina (vicepresidente
del circolo), Edmondo Rho (segretario generale) ed Elena Golino
(consigliere), tutti membri del vecchio direttivo e tutti allineati
alla nuova iniziativa, hanno sottolineato come questa sia "una
decisione che non trova riscontro né nello Statuto né nel
Regolamento del Circolo, ma consente il protrarsi di un
ostruzionismo teso a difendere rendite di posizione piuttosto
che favorire il cambiamento come il Direttivo della Alg ha
voluto votando all'unanimità la nomina del nuovo Direttivo del
Circolo sin dal giugno scorso. Tra l'altro l'eventuale rinvio delle
elezioni non era neanche all'ordine del giorno".

Per inciso, il 25 giugno 2005 Giuseppe Gallizzi fu riconfermato
ad una presidenza che, statuto alla mano (art. 24), avrebbe
dovuto concludersi tre anni dopo.

Ora, considerando che la nomina del nuovo direttivo è datata
17 giugno 2008, resta quantomeno il dubbio sul perché sia
stato Gallizzi a convocare il consiglio e non Mieli, ricordando
che al primo bastò l'investitura di Alg per gestire il Circolo,
e persiste il dubbio pure sul perché, anziché i vecchi consiglieri,
non siano stati convocati quelli di fresca nomina.

Peccato! Un collega a suo tempo rispettato e stimato ora sta
mostrando alla categoria intera il lato peggiore delle persone.
Un lato che mette davanti a tutto e a tutti e, soprattutto, al
bene comune, il proprio tornaconto e la propria inarrestabile
sete di potere.

Senza Bavaglio

 

 

 

 

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